Foto Raffaele Coppola: La casa di riposo Molina di viale Borri

Il TAR ricolloca Campiotti alla guida del Molina, ma ATS annuncia già ricorso contro la decisione.

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La battaglia giudiziaria intorno ai vertici del Molina continua e si annuncia ancora lunga, anche se nella giornata di ieri, mercoledì 3 gennaio, si è avuto un altro passaggio importante con la decisione del TAR Lombardia che annulla il commissariamento del Molina voluto da ATS Insubria.

Come noto la vicenda prende le mosse dalla nomina del nuovo Consiglio d'Amministrazione della Fondazione di viale Borri avvenuta il 26 febbraio 2015 ad opera della giunta di centrodestra guidata dal sindaco Fontana, che ha portato alla presidenza dello storico sodalizio un esponente UDC - il bizzozerese Christian Campiotti - coadiuvato da un Consiglio composto da rappresentanti di Forza Italia e Lega Nord, oltre che da un sacerdote indicato dal Prevosto di Varese.

La campagna elettorale cittadina del 2016 rimescola però le carte: Campiotti abbandonata l'UDC e contribuisce a fondare la Lega Civica, forza politica locale che prende le distanze dal centrodestra e contribuisce alla vittoria del centrosinistra a Varese, con l'elezione a giugno del sindaco Galimberti.

Nello stesso giugno del 2016 alcuni esponenti politici del centrodestra iniziano a chiedere delucidazioni sulla gestione del Molina, ed in particolare sui rapporti instaurati fra l'ente di viale Borri e Rete 55, emittente televisiva locale politicamente vicina a Campiotti, cui il Molina ha formalizzato un prestito in obbligazioni convertibili per 500.000 euro.

Da qui l'interessamento di ATS e delle Forze dell'Ordine che porta all'apertura di una serie di indagini e - il 25 novembre 2016 - al commissariamento dell'ente da parte di ATS, con il defenestramento del Consiglio d'Amministrazione scelto dalla giunta Fontana e la nomina di un Commissario Straordinario indicato come vicino al Presidente della Regione Roberto Maroni.

Il 16 febbraio 2017 il TAR Lombardia accoglie la richiesta di sospensione del provvedimento avanzata da Campiotti, reinsediando il Consiglio d'Amministrazione già estromesso, che però viene nuovamente allontanato il 21 febbraio ad opera del Consiglio di Stato cui ATS Insubria si è rivolta nel frattempo.

Denunce, esposti e ricorsi incrociati ci portano a ieri, mercoledì 3 gennaio, quanto ancora una volta il TAR Lombardia dà ragione al defenestrato Consiglio d'Amministrazione del Molina (rappresentato dai soli membri laici), annulla il commissariamento operato da ATS (per incompetenza) e tutti gli atti e le delibere di questo anno di commissariamento.

Così mentre restano pendenti altri ricorsi, altri esposti ed altre denunce, mentre continuano le indagini della Guardia di Finanza, mentre ATS annuncia un nuovo appello presso il Consiglio di Stato per contestare la decisione del TAR e mentre il Consiglio d'Amministrazione nominato da Fontana torna in carica, la decisione del TAR apre nuovi fronti politici, infatti l'Organo giudiziario motiva la sua decisione con una grave carenza nelle nuove leggi varate da Regione Lombardia durante la presidenza Maroni, e indica nel Comune di Varese l'organo competente per l'eventuale commissariamento del Molina, lasciando così il cerino in mano al sindaco Galimberti, da molti accusato di aver stretto sotto banco un accordo elettorale con la Lega Civica che gli legherebbe quindi le mani e che giustificherebbe "la sua particolare retrosia - questa l'accusa - sulla questione".

Il dispositivo di ieri del TAR Lombardia: Giustizia Amminstrativa

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