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Grafica Raffaele Coppola: Fabio Binelli (a sinistra) e Luca Paris (a destra) sentiti dal nostro giornale
Approvato il piano di sviluppo dell'università a Varese e a Bizzozero, ne abbiamo parlato con Binelli e Paris.
Il rapporto tra l'Università dell'Insubria e la città di Varese, tra l'Università dell'Insubria e Bizzozero, è al centro del dibattito politico a seguito della presentazione del "masterplan di indirizzo politico per l'espansione edilizia del Campus di Bizzozero", messo ai voti ieri sera (mercoledì 28 luglio) in consiglio comunale.
Un "progetto" che vede intensificare la presenza dell'Università a Varese, ma che soprattutto prevede la possibilità di edificare cinque nuove strutture a Bizzozero per mq 28.325,00 di superficie lorda di pavimento e mc 103.960,00 di volume oltre ad un parcheggio multipiano su tre livelli per 200 auto.
Ne abbiamo parlato (come sempre in questi casi in rigoroso ordine alfabetico) con:
Fabio Binelli (da oltre trent'anni consigliere comunale della Lega Nord a Varese, a lungo assessore all'urbanistica ed ai trasporti e contrario al documento).
Luca Paris (bizzozerese, consigliere comunale del PD, presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Varese e favorevole al documento).
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Cerchiamo dunque di capire quale sia e quale possa essere il rapporto tra l'Università e Varese.
"L'università per Varese è il vero centro di sviluppo e di crescita, è una scelta strategica per il futuro della città sotto il profilo ambientale, del rilancio delle attività produttive, della transizione ecologica - esordisce Paris - "
"Il partito che rappresento, ed io stesso in questi decenni di politica cittadina, abbiamo consentito e favorito la nascita e l'insediamento dell'università a Varese, crediamo che questa istituzione rappresenti un'opportunità per la città, ma dobbiamo anche ammettere che il rapporto che ne è derivato deve essere migliorato, manca un vero dialogo - commenta Binelli -"
"Io vedo per il futuro una "Varese città universitaria" che sostituisca la "Varese dell'industria" degli anni '50-'60 - prosegue Paris"
"Perchè l'università sia un motore di sviluppo per Varese, si deve mettere al servizio della città, non deve imporre le sue esigenze e le sue soluzioni; l'imperativo non deve essere crescere a tutti i costi inseguendo i grandi numeri, ma offrire ciò che serve al territorio. Si vogliono costruire nuove aule, ma per fare che cosa ? per attivare quali corsi ? sono corsi che servono al territorio o corsi che servono solo per far crescere dimensionalmente l'ateneo ? se la domanda degli studenti si concentrasse su giurisprudenza l'università si dovrebbe buttare su giurisprudenza e trascinare con essa la città per avere avvocati disoccupati, o dovrebbe impegnarsi ad attivare corsi magari meno frequentati ma che formino figure e professioni che possano inserirsi nelle realtà del territorio ? Io vedo scarsa relazione di dialogo e di servizio tra l'università e il contesto socio-economico che la circonda, il contesto urbano-rionale in cui si inserisce, con - in una parola - il resto della città- argomenta Binelli"
La dislocazione in Varese delle strutture universitarie
(Cliccare sull'immagine per ingrandirla)
"Le strutture che l'università ha realizzato e che chiede ora di implementare, sono distribuite sull'intera città - didattica a Bizzozero e a S. Ambrogio, polo culturale in centro, residenze a Biumo e alle Bustecche, ricerca e strutture sportive ancora a Bizzozero - realizzando un intreccio virtuoso tra ateneo e la città con i suoi quartieri; città e quartieri che possono usufruire di strutture, servizi, opportunità formative e culturali. Non dimentichiamo poi la filiera di attività e servizi collegati all'università al suo personale e agli studenti da essa formati, che inevitabilmente si realizza sul territorio - osserva Paris"
"Oggi ho l'impressione che l'università continui ad essere un corpo estraneo rispetto la città, l'università tende a realizzare al proprio interno ciò di cui ha bisogno senza coordinarsi con la città e i quartieri in cui è inserita, realizzando anche strutture e servizi duplicati se non in competizione con ciò che c'è sul territorio. Con il masterplan presentato ad esempio si occupano spazi, non si crea relazione con la città e con i quartieri - aggiunge Binelli "
"L'amministrazione comunale ha il dovere di vigilare sugli impianti realizzati o richiesti dall'università per inserirli armonicamente ed evitare di dover intervenire a posteriori per sanare i problemi che ne possono derivare - ad esempio alla viabilità, alle infrastrutture -, ma gli studenti che vengono a Varese possono rimanere in città, facendola crescere numericamente e qualitativamente, si pensi poi ai ricercatori ed ai docenti che si trasferiscono a Varese, e che possono dare un importante contributo alla vita economica, scientifica, culturale, sociale della città; già oggi una parte importante dei dirigenti, del personale sanitario e dei politici varesini più giovani, si sono formati proprio all'Insubria - riflette Paris"
Rendering con in rosso le nuove strutture ipotizzate nel Campus Bizzozero
"In realtà si ha l'impressione che la scelta "policentrica" dell'università su Varese, possa essere più una conseguenza del caso e di una mancanza di programmazione - rettorato in via Ravasi perchè lì era la prima sede offerta, parte della didattica a S. Ambrogio perchè lì trovati spazi, studentato a Biumo perchè lì il Comune ha immobili dismessi, ... - che non una scelta strategica e una volontà di fusione tra le due realtà; forse l'amministrazione comunale - anche quando ero in maggioranza - avrebbe dovuto essere e lo dovrebbe essere per il futuro, più proattiva, incoraggiando l'attivazione di determinati corsi, la realizzazione di seminari o iniziative specifiche, proponendo o richiedendo servizi, vigilando sulla qualità degli spazi realizzati. Oggi strutture quali il palazzetto dello sport e il collegio universitario da molti sono giudicate decisamente brutte, che non si inseriscono ed armonizzano nè tra loro nè con il territorio, contrariamente ad esempio alle strutture del vecchio ospedale psichiatrico, parte di un piano organico, armonizzate tra loro e con il territorio circostante - critica Binelli"
"Certamente è compito dell'amministrazione comunale esercitare anche un ruolo di indirizzo e sicuramente vigilare su quanto viene fatto - conclude Paris"
E specificatamente riguardo a Bizzozero ?
"In parte le valutazioni sullo stato dei rapporti tra università e rione di Bizzozero le ho già anticipate, come amministratore però in particolare devo rilevare le difficoltà di collegamento e di accesso al Campus Bizzozero, accentuate da quell'atteggiamento di chiusura assunto dall'università già evidenziato in precedenza: ad esempio il collegamento mancante tra via Dunant e via Monte Generoso, di poche decine di metri, non è stato ancora realizzato perchè ricade sulla proprietà dell'università, che non l'ha mai fatto nè lo ha mai concesso, nonostante le ripetute richieste del Comune, perchè ha preferito concentrarsi sulle strutture che servivano a lei (palazzetto, collegio, pista skiroll) piuttosto che su un qualcosa che serve soprattutto al quartiere. Si parla di ridurre l'uso delle auto, ma il più grande parcheggio di Varese è proprio il campus universitario che verrà ulteriormente potenziato con il nuovo masterplan, con il risultato di incoraggiare l'uso delle auto e far crescere il traffico nel rione. Il nuovo progetto di sviluppo presentato porta al paradosso di isolare ancora di più l'università dai quartieri circostanti cui anzi si sottraggono risorse cancellando ad esempio il parco delle farfalle delle Bustecche. In questo contesto è difficile vedere qualcosa di positivo per Bizzozero. Per ora Varese e Bizzozero non hanno ancora potuto cogliere le opportunità offerte da questa presenza - chiude Binelli"
"Per Bizzozero vedo un'importante opportunità come fu quella di della BTicino negli anni '50 e '60, che portò un profondo mutamento sociale, economico e "urbano", magari non sempre facile da accogliere, ma pure arricchente sotto tutti i punti di viata - chiude a sua volta Paris"
Valutazioni diverse, spesso contrapposte, ma concordi nel valutare la presenza universitaria, per Varese e per Bizzozero, come un'opportunità, un'opportunità però non scontata, che per essere colta richiede impegno, confronto e progettualità.
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Nel frattempo il Consiglio Comunale di Varese, nella sua seduta del 28 luglio, ha approvato con 17 voti favorevoli, 4 astenuti e 4 contrari, le linee guida di sviluppo presentate dall'università, spaccando la rappresentatività bizzozerese, infatti hanno votato a favore Luca Paris e Giuseppe Pullara, si è astenuto Luca Boldetti, ha votato contro Agostino De Troia.
Video Comune di Varese: La seduta del Consiglio Comunale del 28 luglio
Il testo dell'articolo è stato corretto in un errore il 29/07/21 alle ore 20:30
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