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Composizione Mario Bianchi: largo Ravasi e il cartello che lo intitola
Si fa ancora più intenso il legame tra l’architetto e la “sua” chiesetta
Oggi, 17 giugno, alle 11:00 si è scritto un nuovo capitolo di storia bizzoerese: all’Arch. Bruno Ravasi è stato intitolato il largo davanti la chiesa di S. Stefano.
Foto Mario Bianchi: le autorità presenti | Foto Mario Bianchi: G. Terziroli parla di Ravasi |
Foto Mario Bianchi: Elisa Ravasi e l'assessore Maria Ida Piazza scoprono il cartello commemorativo
“L’oblio e la dimenticanza che si sono abbattuti sull’opera dell’architetto Bruno Ravasi sono assolutamente ingiusti” dice Giuseppe Terziroli nel suo discorso introduttivo, questa titolazione prova a restituire all’architetto che tanto ha fatto per S. Stefano (e non solo) il riconoscimento che merita.
L'architetto Bruno Ravasi nacque a Varese il 22 luglio 1911. Negli anni ‘30 si diplomò al liceo artistico di Brera, nel 1935 si iscrisse al Politecnico di Milano. La guerra mondiale lo portò militare in Corsica e Sardegna dove incontrò colei che divenne sua moglie. Nel 1950 nacque il figlio Giovanni. Sempre nei primi anni '50 divenne responsabile delle Rassegne internazionali di Scultura contemporanea ai Giardini Estensi di Varese. Nel 1956-57 progettò la Casa del Pittore nell’ambito dei preparativi per la Galleria all'aperto di Arcumeggia. Dal 1953 al 1978 gli furono conferiti importanti incarichi di progettazione e realizzazione all'interno dei Musei Civici al Castello Visconteo di Pavia. Fondamentale fu l'amicizia che egli strinse con Monsignor Enrico Manfredini (poi Arcivescovo di Bologna) grazie al quale gli furono affidati i lavori di restauro del Battistero, della Basilica, delle Chiese di San Martino, San Giuseppe, Sant'Antonio alla Motta. Ancor prima delle importanti commissioni di Mons. Manfredini, ebbe un altro importante lavoro per la Chiesa Parrocchiale di Bobbiate. Dal 1969 (anno di costituzione del “Comitato pro-restauro Santo Stefano in Bizzozero”) Bruno Ravasi iniziò ad occuparsi di S. Stefano in qualità di Direttore del lavori che restituirono la chiesa all’uso liturgico il 28 giugno 1975. Ravasi fu sensibile ai fenomeni culturali, sociali e politici che animarono il dopoguerra, frequentando uno dei centri pulsanti come la libreria varesina "Il Portico", gestito da Giuseppe Bortoluzzi e Dante Isella, dove gli appassionati all'arte, letteratura e storia si ritrovavano con Guido Morselli, Piero Chiara. Al momento della sua morte (4 gennaio 1978), Ravasi stava curando la piccola chiesa di Santa Maria in Corte di Laveno Mombello.
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