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Foto Uninsubria-Idrogea: Scorcio di una delle aree umide di via Monte Generoso
Per chi ama la natura, per chi ama la scienza, per chi ama il bello: le aree umide di Bizzozero.
Molti bizzozeresi ancora non se ne sono accorti, ma da qualche tempo il nostro rione si è arricchito di alcuni angoli di paradiso: i laghetti fra via Monte Generoso e via Dunant, negli spazi del campus universitario.
Foto Uninsubria-Idrogea: Scorcio di una delle aree umide di via Monte Generoso
Si tratta di quattro aree umide distribuite su due zone distinte, anche se poco distanti fra loro, che l'Università degli Studi dell'Insubria sta valorizzando innanzitutto a fini didattico-scientifici, ma anche per dotare il territorio di piccole oasi fruibili nel tempo libero da parte della cittadinanza per passeggiare, rilassarsi e venire a contatto con la natura.
Grafica Raffaele Coppola: L'ubicazioni delle "aree umide" universitarie a Bizzozero
Infatti, sfruttando delle concentrazioni d'acqua già presenti negli incavi dell'irregolare terreno dell'area, l'ateneo è intervenuto impermeabilizzando il fondale di questi bacini semi-naturali, così da garantire la presenza di un livello minimo d'acqua tutto l'anno, e ne ha modellato le sponde al fine di ottenere fondali di profondità variabile, in modo tale da poter disporre naturalmente di acqua con temperature diverse, in grado di generare microclimi differenti adatti ad ospitare molteplici specie animali.
Foto Raffaele Coppola: Due degli stagni della seconda area umida, durante l'allestimento
E i risultati non si sono fatti attendere, "infatti - come ci ha spiegato il professor Adriano Martinoli che sta curando il progetto per conto dell'università - a distanza di poco più di un anno dall'intervento dell'università, entrambe le zone umide sono state oggetto di una considerevole deposizione di ovature da parte di anfibi (tritone punteggiato, rospo comune, rana dalmatina, raganella), e sono stati osservati ricci e salamandre. Sono inoltre diventate aree di frequentazione da parte di molte specie di uccelli, tra le quali, per citare le presenze più particolari: lo sparviere e ben tre specie di picchi (picchio verde, picchio rosso maggiore e picchio rosso minore); inoltre, durante la migrazione, è stato registrato il passaggio di averla piccola, sterpazzola, migliarino di palude e beccaccia".
Foto Uninsubria-Idrogea: Scorcio dello stagno dell' "Area 1"
Un ambiente naturale che in un passato non troppo remoto era frequente in queste stesse zone, ma che negli ultimi decenni si era completamente perso, e che ora si sta recuperando sia per consentire interventi di ripristino ambientale, sia per consentire lo studio sul campo da parte dei giovani laureandi dei corsi di studio biologico-ambientali dell'Università dell'Insubria, con il non del tutto secondario risvolto di offrire anche alla cittadinanza un luogo a libero accesso, in cui potersi rilassare e godere dello spettacolo della natura.
Foto Uninsubria-Idrogea: La piattaforma-balconata sullo stagno dell' "Area 1"
Come accennato le zone che ospitano queste aree umide sono due: una compresa tra il Collegio Cattaneo e i Dipartimenti di Scienze Teoriche e Applicate e di Biotecnologie e Scienze della Vita; la prima su cui si è intervenuti (e che per comodità dunque qui indichiamo come "area 1"), costituita da un solo stagno (il più grande dei quattro), sulla cui conformazione a suo tempo hanno pesantemente inciso i lavori per l'edificazione delle strutture universitarie. Tale area è già dotata di una piattaforma-balconata per permettere l'osservazione ed il prelievo di campioni di acqua a fini scientifici, e che a breve sarà raggiungibile più comodamente grazie all'imminente sistemazione di un sentiero di acceso.
Grafica Uninsubria: Sentiero (in giallo) nel prato a monte dell’area umida 1 e pedana didattica (in rosso)
Una seconda area, quasi parallela a via Monte Generoso, e pensata in simbiosi con la pista di skiroll in corso di realizzazione ma prevista sin dall'origine del progetto delle aree umide, è invece composta tra tre lahetti-stagni, di superficie e profondità variabili per le ragioni illustrate in precedenza, che hanno sfruttato degli acquitrini già presenti nelle depressioni del terreno, adattandoli allo scopo. A caratterizzare questi tre piccoli specchi d'acqua un'incantevole passerella in legno che ne segue i perimetri e le pendenze, offrendo l'opportunità di effettuare delle piacevoli e rilassanti passeggiate, con la possibilità di poter ammirare da vicino anfibi ed uccelli di particolare interesse.
Grafica Uninsubria: Il progetto dell'area umida 2 con il tracciato della pista di skiroll
Va poi evidenziato che questo progetto sta avanzando in parallello con quello portato avanti dall'assessorato all'ambiente del Comune di Varese, teso a recuperare, preservare e valorizzare una serie di aree umide atte a costituire una rete di "zone umide connesse" inserite nel progetto dei "Corridoi Insubrici", che possano permettere alla fauna di questi habitat di trovare a distanze ragionevoli delle oasi adatte a consentirne gli spostamenti, e la sopravvivenza.
Foto Raffaele Coppola: Scorcio della passerella che permette la visita dell' "Area 2" durante i lavori di allestimento
A concludere invece l'intervento universitario, nelle prossime settimane, sarà la posa di alcuni cartelli esplicativi, che con finalità divulgative - e dunque di facile comprensione da parte di tutti - forniranno le informazioni essenziali per meglio poter apprezzare questi preziosi spazi naturali.
Per approfondire: Nursery gemelle per la biodiversità al Campus Universitario di Bizzozero
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