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La faccaiata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana
Approfondimento del Vangelo di domenica 25 marzo a cura di don Marco Casale.
Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 23 marzo 2018:
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LA PAROLA IN MEZZO A NOI Domenica delle Palme 55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo. Un gesto così misterioso ma così bello quello di Maria di Betània che, cospargendo i piedi di Gesù con questo profumo ed asciugandoli con i suoi capelli, ci dona un segno, un simbolo di amore che rimane per sempre annuncio del vangelo di Gesù, del vangelo dell’amore: parla più di tante parole perché Maria non dice niente mentre Giuda, invece, parla molto. Maria parla al modo con cui l’amore parla, cioè con i gesti, con le attenzioni concrete ma non solo: parla con l’amore che sa fare, non solo qualcosa di utile ma anche qualche cosa di apparentemente inutile, come sprecare questo unguento così prezioso: un gesto che, in realtà, risulta essere così necessario! L’amore conosce molto bene la differenza tra ciò che è utile e ciò che è necessario! L’amore sa esprimersi, ad esempio, attraverso Marta, che serve a tavola: il suo è un modo di amare di cui tutti si rendono subito conto. Marta è operativa, si dà da fare in molte cose, risolve i problemi, governa bene la casa. Questo è, sicuramente, un bel modo di esprimere l’amore che facilmente viene riconosciuto, apprezzato. Invece a che cosa serve il gesto di Maria? E’ un gesto di cui non si vede subito l’utilità: non ci sono le pietanze cucinate, non c’è il pavimento spazzato. A che cosa serve, dunque, quello che fa Maria? Quali problemi risolve? Per che cosa è utile? Di fronte al gesto di Maria, ecco che Giuda dà voce ad un’obiezione che, forse, c’è nel cuore di ciascuno di noi: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?” Sembra uno spreco versare questo profumo così prezioso, corrispondente ad una somma di trecento denari, una cifra così importante che poteva essere utilizzata per i poveri. Ecco, queste parole di Giuda danno voce ad un’obiezione che sta anche dentro di noi: “Dobbiamo fare qualche cosa di utile, di concreto di cui possiamo toccare con mano subito i risultati”, quasi che questo fosse l’unico modo di fare qualche cosa per gli altri. Ma Gesù subito interviene: “Lasciala fare!” Perché Gesù prende subito le difese di Maria? Perché Gesù sembra dirci una verità tanto semplice quanto nascosta, difficile da comprendere: Importa solo quello che fai oppure importa con quanto amore lo fai? Infatti, dietro questo apparente interesse per i poveri subito Giovanni, nella pagina di vangelo, annota che a Giuda non interessava niente dei poveri. Allora cosa c’è dietro questa mentalità che Giuda esprime – una mentalità interessata, utilitaristica, strumentale ? Dare ai poveri, allora, cosa vuol dire? Vuol dire comprarseli, comprare il consenso, la simpatia delle persone, farsi belli agli occhi degli altri, senza un vero interesse per i poveri! Quante persone nel loro dichiararsi attenti ai bisogni dei poveri in realtà stanno solo cercando il consenso! Quante persone, in nome dei poveri, in realtà cercano se stessi? Quante persone, dicendo di avere a cuore i bisogni dei poveri, in realtà cercano solo di affermare la loro persona? Quanti sono coloro che, un po’ come ha fatto Giuda, invece di servire i poveri si servono dei poveri, parlano dei poveri ma non perché gli importi qualcosa? Ci vuole molto amore e molto interesse reale per i poveri per poter smascherare questa ipocrisia di Giuda! Non è così semplice smascherarla, anzi! E’ molto di buon senso quello che Giuda dice, quasi condivisibile. Ha quasi ragione Giuda a dire quello che dice, eppure l’ipocrisia di queste parole così accattivanti, viene completamente smascherata dal gesto silenzioso di Maria. Ecco perché noi possiamo, nel gesto di Maria, vedere proprio la forza disarmante dell’amore che disarma l’ipocrisia di Giuda! La scelta del profumo, oltre ad avere un richiamo forte al Cantico dei Cantici, ci dice simbolicamente come l’amore di Dio sia un amore che, come il profumo, non può fare altro che spandersi, consumarsi, donarsi a tutti. Fra poco, infatti, noi assisteremo a questo: Gesù che muore sulla croce, quasi come vaso di profumo spezzato, che si rompe per far uscire tutto il profumo, tutta la fragranza che in esso è contenuto. Gesù consegnerà il suo corpo alla croce ed al sepolcro perché da questo vaso spezzato possa emanare il profumo dell’amore di Dio che si spande per tutto il mondo e raggiunge ogni uomo. Ecco perché Gesù subito interpreta questo gesto d’amore compiuto da Maria come un segno che anticipa la sua morte e l’amore che da essa ne sarebbe scaturito. Per poter amare come ha amato Maria bisogna imparare a non calcolare, nelle questioni che riguardano l’amore per gli altri! Il profumo che Maria versa sui piedi di Gesù ha un grandissimo valore: Giuda lo calcola mentre Maria, invece, non lo calcola. Se avessero chiesto a Maria se si fosse resa conto del valore del profumo che ha versato Maria, molto probabilmente, avrebbe risposto che non se lo era nemmeno chiesto perché, per lei, non c’era nulla di strano nel suo gesto e che corrispondeva solo ad un gesto di amore nel dare tutto quello che aveva. L’amore non misura nel momento in cui dà, altrimenti non ci sarebbe più la gratuità, la generosità tipica del vero amore! Ci sarebbe solo un dare per avere, un risparmiarsi, un trattenersi nel dare. Maria, invece, non trattiene nulla e dà tutto! Questo è il vangelo vissuto ed annunciato senza fare calcoli, senza tornaconto, senza una strategia politica, senza pensare a chi, in questo momento, sto dando soddisfazione, a chi apprezzerà quello che io faccio, a chi mi farò amico facendo questo, quali alleati avrò, chi sarà dalla mia parte, quale consenso potrò acquistare! Niente di tutto questo! Giuda, invece, da politico attento al consenso, avrà pensato: Ma quanti voti mi posso comprare distribuendo denaro ai poveri, quante persone potrò tirare dalla mia parte? Si fa così, no? Chi sono le persone che contano per farmele amiche? Quando dico qualcosa devo stare attento; l’importante è far piacere a qualcuno, non urtare la sensibilità di qualcun altro. Questa può essere anche una cosa da farsi, un’attenzione da avere! Ma a che condizione? Che questo sia motivato dall’amore e non da altro! Un’attenzione alla persona, si, ma perché gli voglio bene, non per il tornaconto che ne posso trarre! Non per comprarmi qualche amicizia ma per un sincero, disinteressato voler bene! Questo modo di amare, come Maria, è così raro che, quando lo incontriamo, ci sorprendiamo al punto che ci vien voglia di cercare in esso dei secondi fini. Ci stupiamo così tanto che una persona possa amare in un modo così disinteressato che subito pensiamo che abbia un secondo fine, che lo faccia per un suo tornaconto. Tutti siamo un po’ portati a fare così! Per questo Giuda e gli altri, quando vedono Maria compiere questo gesto, pensano quello che sempre a tutti noi viene da pensare di fronte a questa situazione: “Anche Maria sarà come tutti noi…anche Maria, nel fare questo, avrà un suo tornaconto, un secondo fine, lo farà per un suo interesse!” Ma quale sorpresa nello scoprire che, invece, per Maria non è così, nello scoprire che esiste, in questa donna, una modalità di amare nella gratuità, in perdita, disinteressatamente, di un amore così puro! Quale sorpresa! Non lo so, me lo domando: E’ possibile a noi un gesto d’amore come quello di Maria? Come si fa ad amare come Maria? Forse noi abbiamo bisogno di sostare in preghiera davanti a questo racconto lasciandoci purificare nella nostra capacità di amare, lasciando che il nostro amore venga purificato. Forse non sempre riusciamo ad esprimere un amore così però, qualche volta, anche noi potremmo riuscirci e dire: Questo lo vogliamo fare davvero per amore, perché vogliamo bene, disinteressatamente, senza un tornaconto. Qualche volta potremmo anche noi sorprenderci per un gesto di amore, per uno slancio di generosità, di perdono, di riconciliazione che viene diretto dal cuore e che quasi sorprende anche noi mentre lo facciamo, perché è l’amore che comanda e che guida e noi lo lasciamo fare. “Lasciala fare” – dice Gesù. Lascia anche tu che qualche volta l’amore ti sorprenda e ti spinga a fare più di quel che avresti pensato di fare! Lascia libero questo amore, lascia che agisca in te, almeno qualche volta, almeno in qualche gesto, almeno in qualche momento. Lascia che questo amore cresca, lascia che possa esprimersi in tutta la sua forza! D’altra parte una presenza come quella di Maria è l’unica che permette a Gesù di non sentirsi totalmente abbandonato, perché Maria è l’unica che accompagna Gesù prima della sua morte e dopo la sua morte, al sepolcro, dove va insieme alle altre donne per preparare il corpo del Signore per la sepoltura. Solo la vicinanza di una donna come Maria fa si che Gesù possa affrontare la sua passione senza essere completamente solo. Solo l’amore vince la solitudine, anche la solitudine del Figlio di Dio. Solo questo: la presenza di una donna come Maria. Don Marco Casale |
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I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.
Leggi anche: La Parola in mezzo a noi 18 marzo 2018
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