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Foto B.NET: Erbacce e rifiuti in vicolo del Portone
"Nel cuore di Bizzozero una strada dimenticata".
La stradina in questione è il vicolo del Portone: il piccolo tratto di strada che congiunge via Monte Cengio con via Conte Verde, esattamente all'altezza del cancelletto della scuola dell'infanzia Giovanni da Bizzozero.
Il nostro interlocutore ha attirato la nostra attenzione sull'erba incolta che dai bordi della strada si allunga verso il centro del vicolo, sbriciolando l'asfalto e offrendo riparo (o vista la vicinanza con la scuola materna si potrebbe dire "offrendo asilo") a rifiuti vari.
Foto B.NET: Tombino ostruito in vicolo del Portone
Ma l'aspetto più preoccupante segnalatoci, è la completa occlusione dei tombini, che così non possono in alcun modo raccogliere l'acqua piovana che da via Monte Cengio scende in via Conte Verde e da qui, in viale Borri e via Porto Rose. Una circostanza che oltre a rendere disagevole nei giorni di pioggia la percorrenza pedonale di via Conte Verde, finisce con l'aggravare la situazione di rischio allagamento più a valle.
Da qui l'espressione con cui chi si è rivolto a noi ha voluto attirare la nostra attenzione: "Nel cuore di Bizzozero una strada dimenticata".
La circostanza però ha offerto anche lo spunto per una proposta: "Visto che l'asfalto in parte si è sfaldato, perchè non ripristinare il vecchio acciotolato come fatto in un tratto di via Parrocchiale ?, tanto più che in diversi punti sta riemergendo da solo !".
NOTA STORICA Vicolo del Portone è una delle strade più antiche del rione, risalendo con certezza almeno al medioevo. In origine essa era considerata come diramazione dell'attuale via Monte Cengio, in epoca recente però ha "acquisito" una sua autonoma denominazione. Proprio qui si inserisce una nota curiosa; infatti nel catasto del Regno Lombardo Veneto del 1859, le vie di Bizzozero avevano altri nomi, nomi rivisitati in seguito (probabilmente in epoca fascista, quando tra l'altro Bizzozero fu accorpata a Varese - ma questo è un dato ancora da verificare) per celebrare la grandezza dell'Italia. Così ecco che la "Contrada della Costa" divenne "via Conte Verde" (nobile avo della famiglia Savoia allora regnante) e la "Contrada del Portone" divenne "via Monte Cengio" (monte protagonista di significativi episodi della prima guerra mondiale). Con la creazione della "Grande Varese" l'amministrazione comunale perse anche la minuziosa conoscenza del territorio, tanto che alla fine del '900, la piccola diramazione di via Monte Cengio era ormai considerata - a torto - strada autonoma. Tale circostanza però poneva un problema, poichè la "nuova" arteria restava senza nome. Fu così, che per alcune esigenze burocratiche, furono risploverate le vecchie cartine (chi scrive indicò i documenti cui rifarsi, senza però immaginare l'esito di tale indicazione), in cui il "nostro budello" era indicato come "contrada del Portone", e come tale, senza formalità burocratiche, si è iniziato ad indicarlo. Fu così che mentre il tratto principale dell'antica "Contrada del Portone" mutò nome, la piccola diramazione l'ha recuperato e conservato.
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La presente segnalazione sullo stato in cui versa il vicolo del Portone è stata girata anche all'amministrazione comunale.
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