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Foto B.NET: la Cappella Bizzozero
SERAPHICO D. FRANCISCO
SACELLUM HOC
PETRI ALOYSY BIZZOZERI
ET ELISABETH CASTELIONEAE
IUGALIUM PIETATE
VOTUM ET INCHOATUM
ADNEXO POSTMODO SEPULCRO
PERFICI CURARUNT
GASPAR ALPHONSUS CLEMENS
OPTIMI FILY
PATERNAE PIETATIS AMANTES
ANNO MDCLXXXXII
Questa l’iscrizione in latino riportata a caratteri d’oro da una piccola lapide seminascosta nella chiesa parrocchiale di Bizzozero.
Tale lapide è collocata nella seconda cappella che si incontra sulla destra entrando in S. Evasio. Una cappella che l’occhio esperto nota subito per via degli stucchi e delle decorazioni decisamente più antichi rispetto a quelli che ornano il resto dell’edificio sacro, i quali risalgono solo agli anni ‘60 del secolo scorso.
Qui, in una piega del muro, a sinistra della grande tela che arricchisce la cappella (oggi piuttosto malridotta), questa lapide è ancora perfettamente leggibile.
L’oscuro testo oggi probabilmente verrebbe riscritto così: “Questo luogo di culto fu iniziato e dedicato a S.Francesco per devozione dei coniugi Pietro Luigi Bizzozero ed Elisabetta Castiglioni; successivamente i figli Gaspare, Alfonso e Clemente, rispettosi della devozione familiare, fecero completare l’opera aggiungendovi il sepolcro per gli amati genitori. 1692”.
Foto B.NET: la lapide posta dai Bizzozero
E’ così che apprendiamo con certezza che il soggetto del quadro è S. Francesco, e soprattutto che questa è la Cappella Bizzozero, la cappella che la nobile famiglia volle tenere per se all’interno della nuova chiesa parrocchiale appena eretta (nel 1679) e a cui è facile ipotizzare che contribuì significativamente. L’iscrizione inoltre ci documenta anche l’unione matrimoniale tra i Bizzozero ed i Castiglioni, il nobile casato che controllava Castigliane Olona e Lozza.
Infine segnaliamo che guardando a destra della tela è possibile rintracciare una seconda più piccola lapide che recita: “Restaurata in memoria di Ambrogio Leopolda Iride Taboralli”, la ricca famiglia che nei primi decenni del ‘900 acquisì una posizione di importante rilievo in paese, tanto da rilevare anche il castello dei Bizzozero, a cui con questo gesto di mecenatismo, in qualche modo succedevano.
Testo tratto e aggiornato dal "volantino storico" n° 19 del mese di dicembre del 2006, stampato dal Comune di Varese su iniziativa del Circolobizzozero, a cura di Raffaele Coppola con la consulenza del professor Renzo Talamona
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