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Foto Raffaele Coppola: I "sacerdoti bizzozeresi" che hanno aperto la festa patronale 2021
Una vibrante ed emozionante celebrazione eucaristica con i sacerdoti bizzozeresi, apre la patronale 2021.
Come da programma ieri sera, mercoledì 06 ottobre, nella chiesa parrocchiale dei SS MM Evasio e Stefano è stata celebrata la S. Messa che ha dato il via alla festa patronale 2021; una Messa diversa dal consueto, anche se si spera non isolata, ma anzi prima di una felice tradizione, infatti accanto al parroco don Marco Casale, ed al responsabile della pastorale giovanile don Davide Caccianiga, vi erano cinque concelebranti del tutto speciali per la comunità cristiana di Bizzozero: don Luigi Giudici (coadiutore dal 1957 al 1974), don Franco Amati (coadiutore dal 1974 al 1988), don Giuseppe Como (aiuto per la pastorale giovanile nei primi anni 2000), don Davide Carcano (nato a Bizzozero nel 1972) e don Alberto Lolli (nato a Bizzozero nel 1975).
Foto Raffaele Coppola: I sette sacerdoti che ieri sera hanno celebrato la Santa Messa di apertura della festa patronale 2021; da sinistra don Luigi Giudici, don Davide Caccianiga, don Franco Amati, don Marco Casale, don Alberto Lolli, don Davide Carcano, don Giuseppe Como
Una riunione mai verificatasi prima, e per molti di essi un ritorno a distanza di molti anni, che ha chiamato a raccolta numerosi bizzozeresi, riempiendo - compatibilmente con le restrizioni anti covid in essere -, la chiesa parrocchiale, e dando vita ad una celebrazione eucarsitica partecipata come di rado accade - anche grazie al contributo del coro S. Stefano -, in cui le emozioni erano palpabili nell'aria, con non isolate lacrime di gioia e commozione sia tra i fedeli accorsi che tra i celebranti.
Foto Raffaele Copola: Fedeli intervenuti alla celebrazione
A loro, tramite il parroco don Marco Casale, la comunità ha voluto esprimere la propria gratitudine, a chi qui ha svolto parte del proprio ministero sacerdotale, per il servizio ad essa prestato per lunghi anni, a chi nativo di Bizzozero, per il testimoniarne con la propria vocazione la fecondità spirituale, e a tutti per l'aver prontamente accettato l'invito:
"«La tua Carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione fratello», così dice San Paolo nella lettera a Filemone che abbiamo ascoltato questa sera, così abbiamo vissuto questa serata nostro incontrarci fra la comunità di Bizzozero e cinque sacerdoti che qui sono nati o che qui hanno esercitato il loro ministero; è stato per noi davvero motivo di grande gioia e di grande consolazione", un passaggio dell'omelia di don Marco.
Foto Raffaele Copola:Un momento della celebrazione, con a sinistra la Madonna del Rosario la cui ricorrenza religiosa (7 ottobre) si celebra con la festa patronale
A concludere la celebrazione poi un rapido saluto individuale dei cinque invitati d'onore, che con stili diversi e parole proprie, hanno salutato e ringraziato non solo i presenti, ma Bizzozero nella sua interezza.
Foto Raffaele Copola: Don Luigi Giudici (a sinistra), assistito nell'occasione da don Davide Caccianiga (a destra)
Foto Raffaele Copola: Don Franco Amati
Foto Raffaele Copola: Don Giuseppe Como
Foto Raffaele Copola: Don Davide Carcano
Foto Raffaele Copola: Don Alberto Lolli (che per l'emozione non si è accorto di non aver tolto la mascherina)
Ci si perdonerà se per ragioni di spazio, laicamente, ci limitiamo a riportare solo le ultime parole dell'ultimo intervento, quello di don Alberto Lolli, che ha concluso il suo saluto dicendo: "Ringrazio il Signore per avermi creato, fatto cristiano e fatto Bizzozerese".
Foto Raffaele Copola: Un'eccezionale foto ricordo che resterà negli annali e nei cuori di molti, con da sinistra don Alberto Lolli, don Giuseppe Como, don Davide Carcano, don Marco Casale, don Luigi Giudici, don Franco Amati e don Davide Caccianiga
Avendone avuto la possibilità di seguito riportiamo il testo integrale dell'intervento di don Davide Carcano:
Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene?» Risplenda su di noi, Signore, Quando ero a Milano, prete in un oratorio di periferia, mi ricordo delle risse tra tamarri, ragazzotti che si sfidavano a muso duro, talvolta in oratorio, per via di una partita di calcio e poi, continuavano, magari, sulla piazza della chiesa. Dopo gli epiteti rivolti senza risparmio alla parte femminile delle rispettive famiglie di origine, si fronteggiavano sfiorandosi i loro nasi a un millimetro l’uno dall’altro, rivendicando i propri spazi attraverso la fatidica domanda: «è tua l’aria?», come a dire: «non hai diritto di togliermi il fiato…» Nelle stagioni della vita che ho affrontato non sono mancati momenti in cui circostanze, persone, luoghi mi hanno tolto il fiato, anche in monastero! Mi sono accorto che non sempre è sufficiente giocare in difesa, sopportando pazientemente i molesti, come suggerisce un’opera di misericordia spirituale; non sempre è sufficiente imparare ad incassare i colpi senza finire al tappeto. Quando la vita si fa stretta occorre riprendere aria, allargare spazi interiori, aprire le finestre per fare entrare un clima nuovo: cercare laddove la sensatezza della parola, la motivazione dell’agire, la promessa delle scelte riportano vita, vitalità. Riprendo il versetto del Salmo citato all’inizio: «Chi ci farà vedere il bene?». Dal Vangelo raccolgo le azioni e le parole di Gesù, azioni e parole capaci di riportare vita laddove le persone incontrate sono schiacciate dai giudizi, dai peccati, dalle mortificazioni, dalle convenzioni che bloccano. Azioni e parole di Gesù, segno di bene e in favore del bene. «Chi ci farà vedere il bene?» C’è ed è costantemente presente in me la memoria grata nei confronti delle tante persone incontrate e conosciute e che mi permette di attraversare e affrontare anche le stagioni in cui si fatica a respirare; persone che come voi non hanno mancato di ricordarmi, neppure in questi anni della mia assenza dalla parrocchia; persone che come voi mi sostengono e mi accompagnano con quella via discreta che è la preghiera; persone che come voi continuano in diversificati modi, come in questa occasione di condivisa gioia, di mostrarmi il bello e il buono della vita e che mi spronano a crescere e a camminare senza togliermi il fiato. Grazie. Don Davide Carcano |
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