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Guido Bonoldi
La casa di riposo di viale Borri potrebbe diventare un "ospedale di comunità".
Numerose sono già le attività che pur ruotando attorno ai servizi per gli ospiti del Molina si rivolgono anche ad un'etenza diversa ed esterna alla struttura, come le cure palliative gestite in collaborazione con l'associazione "Varese con te" e l'associazione Rocco Magnoli, il nucleo subacuti o le "cure intermedie", queste ulrime due in particolare prevedono ambienti e personale dedicato per degenti provenienti dall'ospedale e in attesa di riacquistare le condizioni per poter tornare al proprio domicilio, servizi quindi già "paraospedalieri" che permottono alla casa di cura di viale Borri di candidarsi ad un salto di qualità incoraggiata anche dalle riforme sanitarie in atto, salto di qualità che potrebbe portare il Molina a divenire appunto un "ospedale di comunità".
Come detto però non solo Bizzozero e non solo Varese città, il Molina vuole crescere e guarda anche oltre i confini cittadini con progetti in alcuni casi già avviati, quali la creazione e gestione di alloggi protetti per anziani e disabili (a Marchirolo il primo centro), o quello per la realizzazione e gestione di appartamenti-comunità per persone che necessitano di un percorso protetto.
Insomma tanta "carne al fuoco" senza però perdere di vista la dimensione umana della persona, come ricorda Bonoldi, evidenziando la presenza al Molina delle suore e del cappellano, al servizio di chi desidera un'assitenza anche spirituale.
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