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Positivi i dati sull’occupazione dell’ateneo di Varese e Como, che ha proclamato 2046 dottori nel 2020: il 75,1% dei laureati triennali ha un impiego a un anno dal titolo, con una retribuzione di circa 1352 euro mensili.
Sono positivi i numeri dell’ateneo di Varese e Como nel XXIII Rapporto AlmaLaurea, presentato questa mattina a Bergamo dalla direttrice del consorzio Marina Timoteo, con un saluto di Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della ricerca, con interventi dei presidenti della Conferenza dei rettori italiani Ferruccio Resta e dei rettori lombardi Remo Morzenti Pellegrini.
Il consorzio AlmaLaurea riunisce 76 università italiane e ha stilato due indagini: un profilo dettagliato dei 291mila laureati 2020, di cui 2046 dell’Insubria, e un’analisi della condizione occupazionale di 655mila laureati nel 2019, 2017 e 2015, contattati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
«I numeri parlano e raccontano la qualità della didattica del nostro ateneo – commenta il rettore Angelo Tagliabue –. Nonostante la pandemia, i nostri laureati sono stati premiati sul mercato del lavoro, trovando occupazione più velocemente rispetto alla media nazionale. Questo è merito senz’altro dei loro giovani talenti, ma anche del supporto che hanno avuto dall’ateneo, che non ha mai interrotto, seppure a distanza, il dialogo che caratterizza il nostro modo di intendere l’insegnamento. E siamo certi che il futuro non potrà che essere migliore, perché finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel dell’emergenza sanitaria, che ci lascia in eredità nuove competenze e un nuovo concetto di lavoro, per esempio, anche per i nostri futuri laureati».
Anche le retribuzioni si distinguono nel panorama italiano: 1352 euro mensili invece di 1270 euro per i laureati triennali, per i magistrali 1770 invece di 1364 a un anno dal titolo e 1775 su 1556 a cinque anni.
Altri dettagli interessanti per l’Insubria: il 58,4% dei laureati è in possesso di un diploma di tipo liceale e il 34,8% un diploma tecnico, il 91,2% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e il 91,9% è in generale soddisfatto del proprio percorso universitario. Inoltre l’Insubria è al terzo posto in Italia per la rapidità con cui i laureati magistrali trovano lavoro, in meno di tre mesi dalla proclamazione, con un voto medio di uscita di 108,9.
IL PROFILO DEI LAUREATI DELL’UNIVERSITÀ DELL’INSUBRIA
I laureati nel 2020 dell’Università dell’Insubria coinvolti nel XXIII Rapporto sul Profilo dei laureati sono 2.046: 1.520 di primo livello, 272 magistrali biennali e 250 a ciclo unico; i restanti sono laureati in altri corsi pre-riforma. L’analisi del Rapporto AlmaLaurea riguarda le performance formative dei laureati di primo livello e dei laureati magistrali biennali, mentre le tabelle di sintesi contengono anche i dati sui laureati magistrali a ciclo unico.
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,3%; il 5,4% dei laureati proviene da fuori regione. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico, eccetera) il 58,4% dei laureati, possiede un diploma tecnico il 34,8% dei laureati.
L’età media alla laurea è 25,1 anni per il complesso dei laureati, un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il 64,5% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 64,4% tra i triennali e il 77,6% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 101,0 su 110: 98,9 per i laureati di primo livello e 108,7 per i magistrali biennali.
Il 53,9% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e il 10,4% ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo). Il 70,5% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari.
Il 91,2% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’89,2% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’ateneo, l’80,4% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 91,9% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.
LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI DELL’UNIVERSITÀ DELL’INSUBRIA
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 2.725 laureati dell’Università dell’Insubria. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2015 e intervistati dopo cinque anni.
L’indagine ha coinvolto 1.357 laureati triennali del 2019 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2020) e che non hanno proseguito il percorso formativo con un corso di secondo livello: il tasso di occupazione è del 75,1%. Il 32,6% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 41,2% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). L’8,6% svolge un’attività autonoma. Il 61,8% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto.
Tra i 492 laureati di secondo livello del 2019 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è del 77,5% (84,3% tra i magistrali biennali e 73,4% tra i magistrali a ciclo unico). Il 20,7% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 21,8% su un lavoro non standard e il 35,2% svolge un’attività autonoma.
Il tasso di occupazione dei 407 laureati di secondo livello del 2015, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari al 93,7% (95,0% per i magistrali biennali e 92,4% per i magistrali a ciclo unico). Il 74,3% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 23,3% nel pubblico, il 2,4% nel non-profit 2,4%.
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