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Foto Cristian Ortobelli: Veduta aerea dell'Insubria a Bizzozero
Prestigiose riviste scientifiche internazionali si occupano del lavoro sui PARP inibitori in corso tra Università dell'Insubria e Genetica Oncologica dell'Ospedale di Circolo.
Lo studio - finanziato grazie a un accordo tra Università dell'Insubria e la multinazionale Astra Zeneca - ha riguardato un gruppo di 90 pazienti ricoverate negli ultimi anni all'Ospedale di Circolo colpite dal carcinoma ovarico concludendo che potevano beneficiare di una terapia a base di PARP-inibitori ovvero di una proteina che combatte le cellule cancerogene senza intaccare quelle sane.
Fino ad oggi si riteneva che solo le pazienti con una mutazione dei geni BRCA1 e 2 potessero accedere a questa terapia con successo. Le prove sul campo effettuate dall'equipe di Sessa e Tibiletti hanno portato a concludere che anche un 20% delle pazienti non affette da mutazione possono guarire grazie a farmaci PARP inibitori come l'Olaparib.
Se confermato questo risultato apre ovviamente scenari nuovi e insperati per tante donne affette da una malattia che tutt'oggi è ritenuta inguaribile nella prospettiva di un significativo incremento delle loro aspettative di sopravvivenza.
"Sono davvero lieto - commenta Lorenzo Maffioli, Direttore Sanitario di ASST Sette Laghi - di questi riconoscimenti che la comunità scientifica internazionale riserva con sempre maggiore frequenza ai ricercatori che operano presso la nostra azienda sanitaria. Sono sempre stato convinto - aggiunge Maffioli - dell'importanza strategica del rapporto tra università e clinica: sono due realtà inseparabili come dimostra anche questo lavoro così innovativo con ricadute spesso immediate sui protocolli di cura e quindi sulle speranze di guarigione dei nostri ricoverati".
La ricerca prosegue allo scopo di consolidare l'analisi della metilazione dei geni BRCA 1 e BRCA2 e di renderla così utilizzabile da tutti i laboratori che si occupano di Genetica Oncologica.
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