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Foto Cristian Ortobelli: Veduta aerea dell'Insubria a Bizzozero
Formatori interculturali di lingua italiana per stranieri: l’Insubria presenta la XX edizione del corso Filis.
Compie vent’anni ed è più che mai attuale Filis, il corso dell’Università dell’Insubria per diventare formatori interculturali di lingua italiana per stranieri. Caratteristica del progetto, che si inserisce nell’ambito del Disuit, Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio, è quella di essere ormai da anni completamente online, con lezioni disponibili senza limiti di orario, in modo da facilitare la partecipazione a tutti. L’obiettivo è di preparare chi già lavora o vuole lavorare, in Italia e all’estero, nel campo dell'insegnamento della lingua e della cultura italiane.
La formula online si è dimostrata vincente: alle precedenti edizioni hanno partecipato quasi 900 studenti provenienti da varie regioni d’Italia e anche dall’estero, conseguendo il certificato Filis. Gli sbocchi professionali sono vari: enti locali, amministrazioni, associazioni pubbliche e private, cooperative, scuole di lingua, corsi serali, corsi di formazione professionale. Il Filis è aperto anche agli insegnanti che operano all’interno delle istituzioni scolastiche.
«Vogliamo creare figure professionali in grado di lavorare in contesti comunicativi multietnici, con un profilo specifico per l'insegnamento interculturale della lingua italiana – spiega la docente Elisabetta Moneta Mazza, coordinatrice del corso –. L’intercultura è un punto fermo all’interno del Progetto Filis, che è la nostra risposta alle esigenze di una società che si trova al centro di una vera e propria rivoluzione culturale di dimensioni globali. Il nostro scopo è porre le basi per un’interazione efficace tra persone appartenenti a realtà culturali differenti. Non basta parlare una lingua, bisogna anche parlare la sua cultura».
Aggiunge Gianmarco Gaspari, docente di letteratura italiana all’Università dell’Insubria e direttore del corso: «Sappiamo tutti che la pluralità delle culture si esprime attraverso le varietà linguistiche, e che sono le pratiche culturali a legittimare l’uso di una lingua. Consentire e coadiuvare l’acquisizione dell’italiano, per favorire la presenza attiva dei nuovi parlanti nel nostro contesto linguistico, vuol dire in primo luogo far sì che i nuovi parlanti possano riconoscere nell’italiano un mezzo di costruzione di conoscenza. Solo in questo modo la lingua può partecipare, come elemento tra i più attivi, al processo di democratizzazione che connota ogni convivenza civile degna di questo nome. La lingua è al tempo stesso forza creatrice di legami sociali, e vettore di mediazione per eccellenza».
La XX edizione del corso di formazione Filis è in programma da marzo a maggio, con esame finale a giugno, e le iscrizioni sono aperte fino al 15 marzo. Per accedere ai novanta posti disponibili bisogna avere un diploma di scuola superiore. Il corso fa parte di un progetto di più larga portata, con un’offerta formativa che comprende anche il master Filis e giornate di studio dedicate al dialogo interreligioso.
Altre informazioni: www.uninsubria.it/corso-filis; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .
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