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Foto Mario Bianchi: Scorcio del Padiglione Montegeneroso a Bizzozero
Studenti e ricercatori dell'Insubria osserveranno la fauna urbana attraverso foto-trappole e altri sistemi di monitoraggio e faranno indagini sanitarie per valutarne qualità e stile di vita, in collaborazione con l’assessore all’Ambiente Dino De Simone.
Punto di partenza dello studio è la reazione della fauna alla trasformazione degli habitat e dei paesaggi a seguito dell’urbanizzazione, che ormai da secoli ha ridotto la diversità biologica. Le specie più esigenti da un punto di vista ecologico, come le aquile o le martore, stanno distanti dalle città, mentre le specie più plastiche riescono ad adattarsi e sanno utilizzare a loro favore habitat frammentati, per esempio le aree verdi che si intervallano agli insediamenti umani.
In particolare «SelvatiCittà» analizzerà gli insediamenti stabili di scoiattoli rossi nella città di Varese,«partendo dal dato di fatto – come spiega lo zoologo dell’Insubria Adriano Martinoli – che la loro vita è senz’altro più stressata rispetto a quella dei “cugini” del Campo dei Fiori, perché se è vero che probabilmente hanno un minor carico parassitario e più cibo a disposizione, sono anche più infastiditi dal traffico e dalla presenza dell’uomo».
«Lo stress da città – continua Martinoli – può indurre cambiamenti nel comportamento, nella dieta, nel potenziale riproduttivo e nella sensibilità a infezioni e parassiti, arrivando a incidere anche sulla sopravvivenza. E, in ultima analisi, possono esserci conseguenze dirette sulla gestione delle specie nonché crearsi possibili conflittualità con le popolazioni umane. Questi fattori possono anche incidere notevolmente sulle percezioni della fauna da parte dell’opinione pubblica, modificando potenzialmente le future strategie di gestione e conservazione».
La ricerca ha dunque come obiettivo lo studio delle variazioni indotte sulle popolazioni urbane, anche attraverso la misurazione dei metaboliti dello stress attraverso indagini sanitarie, sugli scoiattoli dei parchi delle ville Mirabello, Mantegazza, Toeplitz e Baragiola, ma foto-trappole e sistemi di sistemi di monitoraggio saranno presenti anche in altre aree verdi, per iniziare un censimento delle specie e della numerosità della fauna urbana varesina.
Sottolinea Dino De Simone: «A Varese possiamo osservare i gheppi che hanno nidificato sul Campanile del Bernascone, gli allocchi nel giardino del Palace Hotel, i ricci al Campus Bizzozero, sempre più frequentemente vi sono incursioni in città di cervi, cinghiali e caprioli, tra la fauna di medie grandi dimensioni. La nostra città, con i suoi parchi e giardini, spazi verdi che rappresentano delle isole importanti per molti animali rappresenta un esempio emblematico di coesistenza in itinere tra uomo e fauna».
Interviene anche il direttore del Dista Mauro Ferrari, grade appassionato di natura: «I nostri ricercatori da molti anni utilizzano gli scoiattoli come specie modello per verificare la dipendenza delle specie boschive dalla produzione di alimento come castagne, faggiole o pinoli, fattori che influenzano la sopravvivenza delle popolazioni, studiando inoltre i fenomeni di dispersione e colonizzazione degli animali, così come i fattori di stress ambientale».
«SelvatiCittà: la fauna in ambiente urbano» coinvolge ricercatori e studenti dei corsi in Scienze dell’ambiente e natura e Scienze ambientali, del master Fauna HD, del corso di Storia e storie del mondo contemporaneo che si occupano di human dimension e del Centro di ricerca in Mass media e società: storia e critica dell’opinione pubblica: un lavoro coordinato affinché i dati scientifici possano essere non solo raccolti ma anche comunicati con efficacia. Per questo è stata attivata una collaborazione con VareseNews per favorire la cosiddetta «citizen science»: tutti i cittadini possono dare un contributo al monitoraggio della fauna in città con segnalazioni, avvistamenti, fotografie che saranno pubblicate sui canali del quotidiano online.
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