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Un documento del comitato Difendiamo Selene ne raccoglie l'analisi sul progetto relativo alla "nuova" via Selene, ed i conseguenti quesiti per l'Amministrazione cittadina.
Con una conferenza stampa indetta questa mattina, lunedì 25 gennaio, il comitato Difendiamo Selene, accogliendo l'invito formulatogli dagli assessori competenti, ha presentato un articolato documento di analisi del progetto relativo alla "nuova" via Selene, e i quesiti derivanti da tale analisi, che sottopone all'amministrazione comunale.
Di seguito la trascrizione integrale del testo del documento:
PREMESSA A seguito della Commissione congiunta Lavori Pubblici/Urbanistica/Ambiente del 13 gennaio scorso, in cui il Comitato spontaneo “Difendiamo Selene” è stato ascoltato in merito agli interventi di urbanizzazione nel comparto ex Malerba e, più specificamente nella realizzazione della Rotatoria 4 e del prolungamento di Via Selene, vi presentiamo questa nota scritta che riprende tutti i temi trattati durante l’audizione, con l’auspicio che le nostre richieste e le nostre istanze possano, da parte vostra, trovare esaustive risposte. La nostra audizione era suddivisa in tre parti: LA DELIBERA DI GIUNTA DEL 25.12.2020 La premessa è che questo progetto ha subito una vorticosa accelerazione in questi ultimi mesi. La tempistica di realizzazione. Il costo dell'intervento LE ISTANZE IN MATERIA VIABILISTICA Il primo punto della viabilità sul quale vorremmo focalizzare la vostra attenzione è la Rotatoria 4 o meglio il ripensamento delle sue esagerate dimensioni sia nel diametro che nell’altezza. Questa richiesta va esaminata con assoluta urgenza in quanto in lavori sono attualmente in corso. Il secondo punto è relativo al tronco stradale Rotatoria 4 - Via Selene. Il terzo punto è relativo al coinvolgimento del Comune di Gazzada/Schianno, di fatto confinante con il territorio oggetto dell’opera. L’area del centro storico di Schianno è ovviamente preclusa al traffico pesante e quello veicolare leggero è, in questo momento, gestito, per poche ore al giorno, con una ZTL che, rischia, invece, di doversi allargare, con il centro commerciale a regime, ad almeno 10/12 ore quotidiane. Il quarto punto particolarmente sensibile è quello che viene inquadrato con il termine “fluidificazione del traffico”. Le nostre osservazioni in merito al presunto alleggerimento del traffico pesante nelle aree abitate di Bizzozero e di Viale Borri. L’ultimo punto in materia viabilistica è dedicato all’attuale sottopasso di collegamento Gasparotto/Via per Schianno-Via Selene. LA PROBLEMATICA DEGLI ESPROPRI Un cenno a parte in merito alla questione stradale di Via Selene va fatto sul tema degli espropri. LE ISTANZE IN MATERIA AMBIENTALE Abbiamo avuto modo di affrontare alcune importanti questioni ambientali nel recente incontro del 5 gennaio scorso con l’Ass. Dino De Simone. In generale a noi sembra che un intervento su un ambiente delicato che era completamente “vergine” e che ha comportato un consumo di suolo di 10.000 mq sia già oltremodo invasivo e non necessiti assolutamente di essere ampliato con altro nuovo intervento con consumo di suolo, inquinamento atmosferico, luce elettrica e rumore che avverrebbe con il previsto collegamento di via Selene. Fermo restando che la realizzazione del collegamento con via Selene è da evitare, abbiamo comunque analizzato il progetto di fattibilità trovando le seguenti criticità: 1. Dalla Relazione Ambientale: si parla di ESCLUSIONE dalla Valutazione di Impatto Ambientale. Ci sembra un fatto grave che si affermi che l’area più vicina con tutela ambientale è il PLIS “Rile Tenore Olona”. Questo vuole dire che non si è tenuto conto di quanto avvenuto in fatto di tutela ambientale dal 2015 ad oggi (PLIS zona sud Varese e Corridoi Insubrici che vede coinvolto il Comune e l’Università sulla tutela della palude) prendendo con copia e 2. La strada non seguirebbe il piano di campagna ma si alzerebbe per raggiungere l’altezza della rotonda, con muri di contenimento sia verso la ferrovia che verso la palude, che determineranno un completo snaturamento della zona con un impatto visivo molto forte. Citiamo testualmente: 3. Il progetto prevede una pista ciclabile larga 3 metri dalla rotonda lungo il tratto nuovo: non abbiamo capito il senso di questa pista che rimane scollegata a tutto e che diventa un ulteriore affronto al paesaggio, sia per le dimensioni sia per il cordolo di separazione dalla parte carrabile in new jersey. Non abbiamo trovato, nei documenti dello studio di fattibilità, un rendering per capire come sarà l’impatto visivo. Sarebbe molto interessante averlo. 4. Non abbiamo trovato alcun riferimento alla rete fognaria attualmente insistente in via Selene: costruendo una nuova strada dovrebbe essere prevista una rete fognaria. 5. Non abbiamo trovato quali siano le compensazioni ambientali previste per attenuare l’impatto della nuova via Selene sia sulla palude che sui residenti. Riteniamo inoltre che anche le compensazioni che sono state stabilite, ad esempio sul castagneto di villa Toeplitz, avrebbero potuto e forse potrebbero ancora essere un argomento di condivisione e di scelte mirate più alla valorizzazione dell’area ferita. Per quanto riguarda l’impatto effettivo delle realizzazioni previste e il doveroso riassetto del comparto territoriale interessato, emergono una serie di considerazioni. A – tutela delle risorse idriche: B. tutela naturalistica ed opere di mitigazione ambientale: C. compensazione: STOP ALLA CEMENTIFICAZIONE DEL VERDE AI MARGINI DELL'AREA UMIDA PALUDE STOPPADA A VARESE Una petizione su Change.org è stata lanciata da alcuni promotori ed, allo stato attuale, ha quasi raggiunto un migliaio di sottoscrittori. "Siamo un gruppo di cittadini che amano la palude Stoppada e i boschi del Parco Area Sud Varese e vogliono proteggerli dall’imminente costruzione di una rotonda di svincolo in uscita dal raccordo autostradale, denominata Rotatoria 4, che verrà costruita ai margini di questa delicata e preziosa area naturale. La rotonda e il previsto conseguente collegamento alla via Selene stanno avvenendo in questi giorni con la cementificazione di un’area vergine, con grande movimento di terra, taglio di piante, danno irreparabile a un piccolo e importante ecosistema". Comitato Difendiamo Selene
Istanze di cittadini, di residenti, di ambientalisti che hanno a cuore tutta l’area in questione e che hanno trovato nel Comitato la giusta rappresentanza nei confronti delle Istituzioni.
Un comitato che avrebbe voluto incidere diversamente e, comunque, avendo richiesto di essere ascoltato già dal 27.11.20, e avendo depositato a quella data le osservazioni, certamente prima dell’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica ex progetto preliminare) avvenuta in data 28.12.20.
Siamo quindi arrivati all’audizione senza poter incidere in quel dibattito come avremmo voluto ed il rammarico è in questo caso ancora più grande perché il nostro contributo, come si è visto nell’audizione, ha posto temi di chiarezza e trasparenza su un progetto che da circa 20 anni è presente sul nostro territorio.
Tra l’altro abbiamo dovuto sostenere un considerevole sforzo, per mettere insieme documenti utili a supportare le nostre domande - l’accesso agli atti è stato davvero complesso e forse avrebbe meritato maggiore rispetto.
*Le domande relative ai contenuti della Delibera di Giunta, approvata in Consiglio Comunale.
*Le istanze in materia viabilistica.
*Le istanze in materia ambientale.
Abbiamo mantenuto la medesima struttura anche in questo documento.
Il progetto di cui stiamo parlando ha visto l’approvazione del piano di fattibilità tecnico economica (ex preliminare) in data 28/12/20. Alle 12 in Giunta e alle 20.30 in Consiglio Comunale.
Ai fini dell’inserimento nella programmazione dei lavori pubblici 2020/2022, occorreva che il progetto di fattibilità tecnico-economico (art 21 comma 3 D.lgs 50/2016 fosse preventivamente approvato.
Il termine preventivamente farebbe pensare ad un termine congruo di verifica e di riflessione.
*E’ normale che progetti di simile complessità e valore economico vengano definiti in tempi così compressi o, addirittura, nel medesimo giorno e durante le festività natalizie?
Nel piano pluriennale delle opere pubbliche allegato al bilancio 2020 approvato nel dicembre 2019 era prevista un'opera titolata ESTENSIONE DI VIA SELENE - COLLEGAMENTO CON NUOVA ROTONDA ESSELUNGA con prevista realizzazione nel 2022.
Nel nuovo piano pluriennale la realizzazione è stata anticipata al 2021.
*Qual è il motivo di questa accelerazione?
Abbiamo sempre sentito parlare di finanziamento della Regione pari a 930.000 Euro. Nel piano triennale dei lavori pubblici, ma, oggi, anche nelle voci di bilancio preventivo, compare una cifra praticamente triplicata.
Leggiamo nella delibera di Giunta del 28/12/20 che una parte consistente del costo verrebbe coperto con una alienazione immobiliare (che parrebbe concretizzarsi in una permuta dell’edificio ex Ufficio d’Igiene di Via Staurenghi).
*Potremmo avere certezze sull’oggetto dell’alienazione e quindi sulla effettiva copertura economica che questa alienazione dovrebbe produrre?
*Potremmo, inoltre, conoscere l’oggetto della permuta avuto in cambio e a quali condizioni?
Ci spieghiamo meglio.
Nel PGT (Piano di Governo del Territorio) del 12.6.2014 è inserita la possibilità di collegare la Rotatoria 4 con la Via Selene, come pure è inserito il collegamento fra Rotatoria 4 e Viale Borri.
Questa amministrazione aveva promesso di stralciare dal PGT la Gasparotto Borri. Non lo ha fatto.
In realtà, nell’ultimo Consiglio Comunale, abbiamo sentito di un nuovo lodevole impegno dell’attuale maggioranza, con un ordine del giorno votato ed approvato, a cancellarla.
Tuttavia, nella convenzione urbanistica n. 1364/6892 del 20.07.16, recentemente revisionata in data 21/12/2020, si scrive ancora che “la rotatoria avrà quattro rami, raccorda infatti………in futuro, la bretella di collegamento con Viale Borri”.
Ma vogliamo credere al vostro impegno a cancellarla.
Per coerenza, tuttavia, ve ne chiediamo un altro.
*Il Comitato chiede che venga ridimensionata la rotonda visto il cambiamento delle esigenze viabilistiche.
Se non verrà fatta la Gasparotto Borri e - alla luce delle problematiche che stiamo esponendo per le quali speriamo di portare sufficienti argomenti a non fare anche la Via Selene - i rami della Rotatoria 4 potrebbero diventare solo 2 e quindi non sarebbe più necessario alzare la rotatoria 4 a cinque metri né tanto meno lasciarla di quel diametro spropositato.
La stessa, infatti, è prevista di un diametro di 40 metri e un’altezza, rispetto al prato preesistente, che supera i 5 metri. (Ricordiamo che le Rotatorie 2 e 3, davanti al nuovo centro commerciale, sono almeno 1/3 più piccole e sosterranno un traffico sicuramente più cospicuo rispetto alla Rotatoria 4 che dovrebbe servire solo per, secondo quanto indicato, solo per il traffico pesante della zona industriale.
La dichiarata eliminazione del progetto della bretella consentirebbe, quindi, di riportare la Rotatoria 4 a dimensioni più contenute, perché avrebbe uno o due bracci in meno.
Ciò si tradurrebbe in risparmio economico, in risparmio di suolo, in drastica riduzione dell’impatto sul delicato ecosistema circostante.
Ammessa e non concessa l’utilità dell’opera, si parla di oltre 11 metri tra carreggiata e pista ciclabile, a cui seguono i lavori della Via Selene vera e propria, particolarmente onerosi per le necessità di contenimento strutturale dell’opera. Fatti, però, 100 metri ci ritroviamo sulla via per Schianno, dove si ritorna alle dimensioni di una stradina di campagna, sostanzialmente a corsia singola, sulla quale non sono previsti interventi contestuali, salvo qualche elemento di segnaletica.
Citiamo testualmente la relazione generale del progetto di fattibilità tecnico-economica: “Si sottolinea che il tratto di raccordo tra il tratto di progetto e la sezione esistente di via Selene, ed in particolare la riduzione della sezione nel tratto finale, per i veicoli provenienti dalla Rotatoria 4, ovvero da una sezione stradale a norma, sarà indicato ed evidenziato con apposita segnaletica. verticale di pericolo.”
*Alla luce di quanto sopra espresso (e di quanto diremo più avanti in termini di fluidificazione del traffico), come si può pensare che una simile strada possa reggere l’urto del traffico pesante di TIR ed autoarticolati con il semplice posizionamento di cartelli di pericolo?
*Si chiede quale tipo di interlocuzioni siano state avviate con il Comune stesso e quali tipo di criticità siano state sollevate in merito.
E anche qui non possiamo che manifestare le nostre perplessità che ci piacerebbe, davvero, fossero spazzate via con dovizia di particolari e di dati.
Se abbiamo ben compreso, tutto il traffico, pesante e non, in arrivo da sud (Milano) uscirà alla rotonda 4, da li attraverso la Via Selene si dirigerà alla zona industriale attraverso la Via per Schianno E viceversa, naturalmente: dalla zona industriale alla Via Selene, quindi alla Rotatoria 4 ma qui non c’è l’entrata in autostrada, quindi i veicoli dovranno poi uscire sulla Rotatoria 2, proseguire sulla Via Gasparotto, passare l’incrocio semaforico con la via Cartabbia e dirigersi verso l’ingresso autostradale davanti al benzinaio, molto noto per la sua pericolosità.
Ora, se sommiamo tutto il traffico pesante della zona industriale (a cui si aggiungerà il carico/scarico merci del centro commerciale) alla Via Piana di Luco chiusa, secondo le prospettive, a quest’ultimo, ma allargata a quello veicolare leggero, al traffico proveniente da Bizzozero, Lozza e Schianno, al traffico già ingentissimo oggi sulle Rotatorie 2 e 3 che si moltiplicherà con l’apertura del centro commerciale e a tutti gli ulteriori flussi provenienti
dalla stessa Via Gasparotto, da Viale Europa, da Cartabbia e dalla strada provinciale (Gazzada, Buguggiate per intenderci), vi chiediamo:
*Si può davvero parlare di fluidificazione? E se si, sono disponibili studi e monitoraggi che possano confermarlo?
In merito a questo tema, vorremmo far presente che il traffico dei mezzi pesanti diretti alla zona industriale di Schianno non interferisce col traffico di Bizzozero, con la zona Università, ASL, Ospedale. Questo perché i mezzi percorrono la tangenziale da Gazzada a Ponte Vedano (creata appositamente per il traffico pesante) e non trovano sul loro percorso zone densamente abitate né semafori.
E’ pur vero che il confronto in chilometri, fra questo itinerario e quello che sarà il nuovo, è favorevole a questa seconda alternativa, ma va considerato che questa viabilità comporta un avvicinamento di mezzi pesanti alle 2 rotonde di fronte a Esselunga, in particolar modo al ritorno dall’area industriale di Schianno per rientrare poi in autostrada in via Gasparotto. Essendo quindi le rampe autostradali progettate solo in uscita, tutto questo comporterà un apporto di inquinamento in una zona molto più vicina al centro città, contraddicendo le disposizioni di tutti i piani del traffico di allontanare i mezzi pesanti dal centro.
La prospettiva del miglioramento dell’accesso dal viale Borri alla via Piana di Luco con l’allargamento della stessa non interessa zone abitate. E' un fatto che la via percorre un’area inserita nel PLIS, ma crediamo che il miglioramento di questa via - a fronte di una costruzione viaria del tutto nuova, in un luogo dove vi era campagna, ai margini di una palude importante per tutta la città - sia la soluzione più rispettosa anche dal punto di vista ambientale. Ricordiamo ancora una volta che i confini del PLIS sono stati definiti dopo il progetto Esselunga, per questo e solo per questo, la zona della quarta rotonda e il tracciato del prospettato prolungamento della via Selene ne sono fuori.
Sembrerebbe, dal piano di fattibilità, che venga chiuso. Abbiamo sentito parlare di passaggio pedonale, di ciclabile…
*Potremmo conoscere la destinazione definitiva del manufatto?
Leggendo il verbale di deliberazione della giunta comunale n. 256 del 28 dicembre 2020 si specifica, alla pagina 4 che “dato atto che per sua natura l’opera in questione non necessita di vincolo preordinato all’esproprio sulle aree che ne interessano la realizzazione, in quanto di proprietà comunale o già oggetto di procedura...".
Verificando però la documentazione in mano ai proprietari dei terreni su cui volete prolungare la Via Selene si evince che gli stessi hanno firmato in data 26 aprile 2018 l’occupazione temporanea di 30 mesi e dopo tale periodo è stata garantita la riconsegna dei terreni nello stato antecedente all’inizio dei lavori.
Altro problema sugli espropri è la Via Selene che risulta in parte privata. Conseguentemente vorremmo capire quando si intende (sempre se sarà necessario) effettuare l’esproprio.
*Chiediamo che venga fatta piena chiarezza sul tema degli espropri e sulla via privata.
Ciò è avvenuto dopo esserci molto impegnati nel cercare di reperire informazioni dirette e corrette di una situazione complessa: da un lato un PII del 2015, di cui ci sono tantissimi documenti non facilmente reperibili e comprensibili e, dall’altro, una zona delicata come una palude e un prato umido quasi completamente privi di tutele ambientali nel momento della progettazione del centro commerciale.
Le aree umide sono zone importantissime per la biodiversità, tanto più quando sono così a ridosso di zone altamente urbanizzate, per cui la loro sopravvivenza da un lato è indispensabile, dall’altro è continuamente minacciata.
*Per questo chiediamo un TAVOLO di coordinamento con Comune, Università ed associazioni ambientaliste.
Se si vuole mettere sulla bilancia danni e benefici della realizzazione di questo collegamento ci sembra, viste anche le criticità viabilistiche cha abbiamo prima evidenziato, che la bilancia penda per il danno.
Noi consideriamo già un grave danno la costruzione della rotonda della quale, come detto prima, chiediamo la riduzione, anche dal punto di vista di un minore consumo di suolo, maggiore rispetto dell’area delle sorgenti della palude, e minore impatto visivo.
Crediamo che le mitigazioni considerate non serviranno molto per quelle dimensioni!
incolla dal progetto ESSELUNGA del 2015.
“Sono pertanto previsti nel primo tratto i muri di sottoscarpa per permettere l’allargamento della sezione stradale e la realizzazione del prolungamento della pista ciclabile in corrispondenza dei terreni pianeggianti della Palude Stoppada, il prolungamento e l’innalzamento dei muri in corrispondenza della Rotatoria n. 4 per consentire sia l’innesto in rotatoria secondo normativa…”
*Chiediamo cortesemente di dare esaustive risposte ai 5 punti sopracitati.
L’area attualmente ESSELUNGA ex Malerba, nell'800 era (incredibilmente) il “laghetto di Bosto”, una zona umida di testata dell’impluvio che confluisce nel Selvagna. Travolta dalla costruzione prima del terrapieno ferroviario e poi di quello autostradale ha comunque conservato l’espluvio verso la residua zona umida delle “Stoppada” con una condotta che pare da alcuni rilievi tuttora esistente ed attraverso la quale, in passato venivano scaricati nell’ambiente umido i reflui dell’insediamento industriale.
Ora ci viene assicurato che il nuovo insediamento commerciale con tutte le sue pertinenze avrà una moderna rete di raccolta delle acque reflue, con rigorosa divisione tra quelle da assoggettare a depurazione (nere, grigie e “prima pioggia”) da far defluire verso il bacino imbrifero del Lago, nel rispetto delle normative in materia, con recapito finale al collettore circumlacuale, mentre quelle assimilabili a “naturali” conserveranno l’originario recapito verso la “Stoppada”.
Si tratta di un progetto impiantistico doveroso, ma anche molto complesso sia per l’aspetto realizzativo che funzionale.
*Considerato che la sua attivazione comporterà necessariamente la sua presa in carico nel sistema idrico comunale, attualmente gestito da Alfa SpA, va rilevato che la stessa non risulta finora interessata al processo realizzativo e chiediamo quindi che vi sia un ampio coinvolgimento a tutela e garanzia dell’effettivo funzionamento degli impianti nei termini promessi.
Il progetto della rotonda prevede, quale requisito essenziale valutato in sede di VAS, “opere di mitigazione a tutela del disturbo antropico” comprendenti la raccolta e drenaggio delle acque a monte della rotonda con loro convogliamento verso la zona umida ed un ripristino delle aree circostanti superstiti con sistemazioni a verde e piantumazioni.
*In materia va detto anzitutto che analogo ripristino delle superfici a verde intaccate dalle opere debbano essere ora previste anche per l’eventuale tronco di Via Selene, con un progetto da finanziare e realizzare contemporaneamente all’opera.
un intervento di trasformazione territoriale come quello previsto, in un comparto finora tutto sommato naturale e che di colpo si trova inurbato, con tutte le conseguenze negative derivanti, non può limitarsi a mitigazioni per attenuare gli impatti, ma deve avere le dotazioni necessarie per una adeguata garanzia di riabilitazione naturalistica, vivibilità e fruibilità.
Innanzitutto, le aree umide dovranno essere ripulite e rinaturalizzate, con un progetto specifico, per ora esposto in termini di mera - pur lodevole - intenzione dall’Assessore all’Ambiente ma che deve avere concreta redazione ed esecuzione, con finanziamento di compensazione, anche rinunciando a ventilate compensazioni “esterne”, che nel caso specifico non hanno alcuno spazio.
Il tutto nel quadro degli interventi “corridoi Ecologici” ed in linea con le tutele previste per le aree PLIS. Ancora, il comparto di Via Selene, come peraltro tutta l’asta del corso d’acqua “Selvagna” risulta gravemente carente di urbanizzazioni primarie, ad esempio è privo di adeguata rete fognaria.
Ricordando che per principio di legge ogni trasformazione territoriale presuppone l’esistenza delle debite urbanizzazioni, le previsioni progettuali devono comprendere contestuale realizzazione delle opere occorrenti – in primis servizio idrico unificato - tramite il gestore ALFA SpA.
*Chiediamo il maggior numero di ragguagli sulle questioni poste qui sopra in tema di tutela delle risorse idriche, tutela naturalistica ed opere di mitigazione e compensazione ambientale.
La petizione, indirizzata al Sindaco di Varese e alla sua Amministrazione chiede, pur ribadendo che la risoluzione dei problemi di viabilità per la città di Varese è una priorità, di verificare soluzioni alternative che evitino lo scempio ecologico e paesaggistico in atto ai margini dell’area “Parco Cintura Verde Sud Varese”, protetta dal PLIS Varese Sud (Parco Locale di Interesse Sovracomunale).
Per scaricare il documento originale
Ne hanno parlato anche: Malpensa24, Rete55, VareseNews, VareseNoi
Per approfondire: Focus BIZZOZERO.NET
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