Questo sito utilizza i cookies. I cookie sono file memorizzati nel browser, utilizzati dalla maggior parte dei siti per personalizzare la navigazione. Utilizzando il nostro sito l'utente dichiara di accettare e acconsentire all' utilizzo dei cookies in conformita' con i termini di uso dei cookies.
Luca Boldetti
Riflessione del consigliere comunale bizzozerese sul futuro della politica post-coronavirus.
Quale futuro per la politica? In queste ultime settimane mi sono posto più volte questa domanda. Quale futuro per la politica italiana, a qualsiasi livello, dal Parlamento al nostro Consiglio comunale? Questa pandemia sta cambiando completamente e radicalmente la fisionomia del nostro Paese, della nostra società, ed è necessario comprendere questi mutamenti il prima possibile per trovare le giuste soluzioni. Mi ha colpito molto il tweet di un deputato leghista (ma avrebbe potuto essere di qualsiasi formazione politica) che riportava una breve conversazione avuta con il titolare di un’azienda del suo territorio. Quest’ultimo gli chiedeva di fare in fretta ad approvare i decreti in campo economico-finanziario, e l’onorevole ribatteva dicendo che lui era all’opposizione e poteva fare ben poco (cosa che, per esperienza, confermo essere tendenzialmente vera). La replica dell’imprenditore è stata, parafrasando i termini realmente utilizzati, la seguente: non mi importa nulla, voi politici dovete muovervi. Prima di questa crisi sanitaria, economica e sociale, il nostro Paese si poteva considerare mediamente benestante, e quindi i cittadini giudicavano le azioni dei vari politici in base alle proprie preferenze e simpatie: “visto che governa il partito che ho votato, quello che fa è giusto” oppure “visto che non governa il partito che ho votato, questo Governo è fallimentare”. La crisi (fortunatamente, direi) sta piano piano spazzando via questo modo di vedere la politica, che ha portato altresì ad un impoverimento qualitativo dei nostri rappresentanti nelle istituzioni e di coloro che si occupano della Cosa Pubblica, perché non si giudicano più le idee e l’azione amministrativa, ma si fa una battaglia tra fazioni in maniera ideologica e pregiudizievole. Anche a Varese ci siamo abituati a questo modo di concepire la politica ma, forse, è arrivato il momento di cambiarlo radicalmente, di unire le forze e di cercare insieme le giuste ricette per uscire dalla crisi. Altrimenti, tutti noi amministratori pubblici, indistintamente, verremo spazzati via da quei cittadini frustrati per la mancanza di risposte ai loro bisogni sempre maggiori, perché per un po’ non saremo più la Varese tutto sommato benestante che eravamo fino a tre mesi fa. Rimaniamo sempre in attesa di un segnale dal sindaco Galimberti, al quale suggerisco umilmente un’ultima cosa: inviare un comunicato alla stampa in cui si afferma che il Comune di Varese ha stanziato “oltre 22 milioni di euro” alle imprese ed alle famiglie varesine, è un messaggio fuorviante. Va bene in una situazione ‘ordinaria’ di perenne campagna elettorale, cui eravamo abituati prima del coronavirus, quando in pochi avevano reali necessità economiche. Ma non va bene ora, perché adesso i cittadini hanno veramente bisogno di quei soldi e, se non li vedono, si sentono presi in giro e la loro rabbia aumenta. Sia più prudente con le parole, signor Sindaco. Per la campagna elettorale di ciascuno di noi ci sarà tempo, ma ora salviamo Varese. Luca Boldetti, consigliere comunale “lista Orrigoni”
|
Articoli correlati: La ricerca del bene comune
© 2024 Bizzozero.net
All Rights Reserved.
Free Joomla 1.5 Templates Joomla Web Hosting cushion cut engagement rings Joomla Templates joomla hosting