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Una mascherina chirurgica
L'annuncio ha scatenato la ricerca, cerchiamo di fare un po' di chiarezza. AGGIORNAMENTO DELLE 18:40 del 06/04/2020
C'è molta confusione sulla distribuzione gratuita delle mascherine annunciata ieri domenica 5 aprile, ma va subito detto che le stesse non sono immediatamente recuperabili dagli interessati: in parte sono in distribuzione "mirata", in parte devono ancora arrivare, e comunque sono in numeri limitato rispetto alla popolazione lombarda, grosso modo una per nucleo familiare.
La confusione generata dall'annuncio che in quanto annuncio non ha potuto scendere nei particolari, è stata accentuata forse dall'aver sottovalutato i problemi organizzativi di una simile operazione, e dalla pessima abitudine di molti "internauti" di non leggere per intero le notizie, anzi in moltissimi casi di limitarsi a leggere i soli titoli dei comunicati e delle notizie stampa, magari per di più veicolate da fonti poco scrupolose, vediamo allora di ricostruire quanto effettivamente previsto e disposto.
Dunque ieri l'annuncio direttamente da parte del Presidente di Regione Lombardia unitamente all'assessore al Bilancio, Davide Caparini, e all'assessore alla Protezione civile, Pietro Foroni: "Domenica 5 la Protezione civile regionale ha iniziato la distribuzione, gratuitamente, di mascherine per il coronavirus a tutti i soggetti fornitori di servizi essenziali".
Dunque, oltre all'annuncio dell'iniziativa, due prime indicazioni importanti: che la distribuzione è iniziata ieri stesso, domenica 5 aprile e che la stessa non verrà realizzata dalla Protezione Civile attraverso tutti i fornitori di servizi essenziali (quali - come indicato in una grafica diffusa dalla stessa Regione, i negozi di vicinato, i tabacchini, le edicole, i supermercati, gli uffici postali, le farmacie). Naturale che se la distribuzione da parte di Regione Lombardia è iniziata ieri, tenuto anche conto che si trattava di una domenica, serviranno alcuni giorni affinchè la stessa possa essere fisicamente svolta, e verosimilmente questi tempi tecnici potranno ulteriormente essere allungati dalla necessità di stabilire dei criteri distributivi, suddividere e organizzare la consegna/distribuzione ai destinatari finali (solo Babbo Natale in una notte riesce a consegnare i regali in tutto il mondo !).
Subito dopo, ma nella stessa circostanza, Foroni ha precisato "Il piano prevede la distribuzione di 3,3 milioni di mascherine". Si tratta di un quanitativo importante, ma va tenuto conto che secondo i dati Istata la Lombardia conta poco più di 10 milioni di persone, dunque senza altri criteri se non quelli matematici, si avrebbe una mascherina ogni tre persone, grosso modo una mascherina per famiglia.
"E 300.000 di queste - ha proseguito Foroni -, grazie a un accordo con Federfarma che, da lunedì 6 aprile, comincerà a rifornire le farmacie, saranno gratuitamente disponibili a partire da metà settimana per chi ne avesse bisogno o per una sostituzione di un prodotto non adeguato. Sarà poi la stessa farmacia a individuare le persone in condizioni fragili perchè vengano loro consegnate”.
Anche in questo caso si indica oggi, lunedì 6 aprile, come data di inizio della distribuzione, non come data di effettiva disponibilità delle mascherine, tanto che Federfarma e la Federazione degli Ordini di Farmacisti della Lombardia, ieri stesso hanno comunicato formalmente che le mascherine gratuite inviate da Regione Lombardia "saranno disponibili in farmacia non prima di fine settimana prossima".
Una mascherina chirurgica
Altro passaggio importante dell'intervento di Foroni è poi quello in cui afferma: "Di questi 3 milioni - sono le rimanenti delle 3.300.000 annunciate, visto che 300.000 sono state destinate alle farmacie NDR - , circa 440.000 sono già state distribuite tra mercoledì 1 aprile e giovedì 2. Già oggi 2,5 milioni di pezzi sono nei capoluoghi di provincia e nei territori e, da lunedì 6, inizierà la distribuzione, coinvolgendo sindaci e territori, nei vari negozi, supermarket, tabaccherie, poste e in banca".
Dunque al netto delle mascherine destinate al canale farmaceutico e di quelle distribuite nei giorni scorsi ne rstano 2.560.000, che ancora una volta Foroni ha indicato come saranno ripartite fra le diverse province lombarde: "Le mascherine saranno distribuite per provincia secondo questi quantitativi: Bergamo 360.000, Brescia 370.000, Como 178.000, Cremona 126.000, Lecco 109.000, Lodi 95.000, Mantova 131.000, Milano 900.000, Monza e Brianza 250.000, Pavia 165.000, Sondrio 66.000, Varese 245.000, Colonna Mobile regionale 5.000".
La sommatoria dà 3 milioni di pezzi, quindi forse nel riparto si sono conteggiate anche quelle 440.000 indicate poco prima dallo stesso Foroni coe già assegnate nei giorni scorsi.
Ora, secondo il riparto calcolato dalla Protezione Civile della Provincia di Varese - che comunque per ragioni che non siamo riusciti a chiarire fa i suoi calcoli su 220.000 pezzi e non sui 245.000 annunciati da Foroni -, alla città di Varese che conta 36.495 famiglie, spetterebbero 20.985 mascherine, che diventano 21.450 pezzi in considerazione del fatto che le confezioni di mascherine sono da 50 pezzi, e non possono essere aperte prima per evitarne la contaminazione. Dunque, nonostante l'importante sforzo, meno di 1 mascherina a famiglia.
Questa mattina Alberto Barcaro, assessore provinciale alla Protezione Civile, ha però comunicato attraverso VareseNoi: "Abbiamo fatto una scelta differente - in provincia di Varese NDR-, in controtendenza rispetto alle disposizioni regionali: saranno direttamente i volontari di Prociv a distribuirle nei comuni, perché in un giorno sarebbe stato impossibile rifornire tutti i negozi di una provincia come la nostra. Possiamo invece contare su un numero di volontari che è il più alto a livello regionale e attraverso la loro rete possiamo garantire una capillare copertura del territorio. E poi preferiamo che le persone non escano di casa, nemmeno per ritirare le mascherine".
Resta ora da appurare come la Protezione Civile procederà fisicamente alla distribuzione delle mascherine, e secondo quali criteri, aspetti che verosimilmente saranno chiariti nelle prossime ore, o forse anche nei prossimi giorni, quel che è certo è che tali dispositivi - come era comunque ovvio - pur essendo già in viaggio, non sono ancora disponibili per i cittadini, e che comunque si tratta di un quantitativo grande ma insufficiente a coprire l'intera popolazione, perchè “L’obiettivo prioritario – ha concluso l'assessore regionale Caparini durante l'annuncio dell'iniziativa da cui siamo partiti – è quello di aiutare chi non può comprarle e le persone fragili che hanno difficoltà a trovarle”.
AGGIORNAMENTO del 06/04/2020 ore 18:40
Il Comune di Varese ha comunicato che sono 22 mila le mascherine monouso arrivate a Varese grazie alla distribuzione di dispositivi fatta dalla Protezione civile regionale ai comuni lombardi. Il Centro Operativo Comunale si è riunito oggi per stabilire le modalità di consegna di questi dispositivi monouso. Tre le tipologie di distribuzione scelte a Varese: presso le farmacie partendo dalle persone più anziane, ai cittadini a cui verrà consegnato il buono spesa a casa e infine agli anziani over 65 che ricevono la spesa o i farmaci a domicilio.
“Varese ha oltre 80 mila abitanti e più di 30mila nuclei famigliari – spiega il vice sindaco Daniele Zanzi - Dunque con solo 22 mila mascherine una distribuzione porta a porta al momento è impossibile perché non ne avremmo un numero sufficiente per darle a tutta la popolazione. Per questo abbiamo deciso, in accordo con il presidente di Federfarma, di metterle a disposizione dei cittadini presso le farmacie della città. Proseguiremo poi come stiamo facendo a consegnarle alle famiglie varesine insieme ai buoni spesa e agli anziani insieme alle spese a domicilio. In questo modo continueremo a distribuirle direttamente alle persone più fragili. Chiediamo però a tutti i cittadini la massima collaborazione e responsabilità: visti i numeri recuperiamole presso le farmacie solo se ne si ha realmente bisogno”.
Le confezioni con i dispositivi arrivate dalla Regione contengono ciascuno 10 o 25 mascherine. “Anche per questo – prosegue il vicesindaco - abbiamo preferito la distribuzione presso le farmacie, per garantire al massimo i livelli igienici una volta aperte le confezioni. Evitando così di maneggiare questi dispositivi che invece devono rimanere integri per essere efficaci”.
Foto Raffaele Coppola: La farmacia Baraldi di via Adriatico
In alternativa ricordiamo che a Bizzozero è possibile procurarsi delle mascherine:
In vendita libera presso la farmacia Baraldidi via Adriatico (i costi, pur essendo fra i più bassi sul mercato sono decisamente più alti rispetto a prima dell'emergenza, poichè il prezzo d'acquisto è a sua volta lievitato in maniera sproporzionata, come più volte denunciato dagli stessi titolari della farmacia bizzozerese), mentre non sono ancora disponibili quelle regionali in distribuzione gratuita.
Inoltre tre meritevoli bizzozeresi stanno realizzando delle mascherine di stoffa ritirabili gratuitamente al loro domicilio secondo il seguente dettaglio:
Quelle realizzate da Angela Ruggiero, si possono ritirare liberamente in via Parrocchiale 12, dove la signora le ha appese sotto l'arco di ingresso di una delle corti del centro storico.
Quelle realizzate da Marcia Santos - che può essere contattata tramite il suo omonimo profilo Facebook - sono disponibili in via Fusinato (zona Bustecche).
Quelle realizzate da Terry Bella, sono esposte in un sacchetto presso la sua abitazione in via dei Vignò 36, dove è possibile recarsi per ritirarle liberamente.
In tutti e tre i casi le signore fanno presente di avere difficoltà con la disponibilità di elastico, e chiedono a chi ne ha la possibilità di fargliene avere con le stesse modalità con cui vengono ritirate le mascherine.
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