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Foto Mario Bianchi: Lavori sullo stemma in piazza
Ennesimo intervento di manutenzione straordinaria sullo stemma della pavimentazione di piazza S. Evasio.
Foto Mario Bianchi: Il piccolo cantiere realizzato ieri per la manutenzione dello stemma
Lo stemma realizzato nella pavimentazione della piazza si trova nella sua parte più "alta", sul lato verso l'ingresso della chiesa parrocchiale, e intende riprodurre lo stemma della famiglia Bizzozero.
Non ci dilunghiamo in questa seda su storia e caratteristiche dell'emblema araldico dei Bizzozero (si veda in merito la pagina specifica) e neppure sull'identificazione impropria fra lo stemma di una famiglia e quello di una località (è espressamente vietato dalla legge ed è un falso storico) per soffermarci invece brevemente sull'aspetto squisitamente "tecnico".
Allora diventa innanzitutto importante rilevare che lo stemma è realizzato con due tipologie differenti di materiali e di "assemblaggio", infatti la sagoma dello scudo, lo sfondo dello stesso ed il castello, sono realizzati con blocchetti di porfido, mentre le due cicogne (ed ancora una volta rimandiamo alla pagina dedicata appunto alla storia ed alle caratteristiche araldiche dello stemma) sono realizzate con ciottoli di fiume; tale differenza non è solo estetica, infatti i blocchetti di porfido, di dimensioni maggiori (e quindi mediamente più pesanti) e ben squadrati, risultano molto più stabili dei ciottoli, anche per l'effetto "incastro" che l'accostamento fra i diversi blocchetti genera; diversamente i ciottoli, levigati ed arrotondati, risultano molto meno stabili, dovendo la loro permanenza nella sede assegnata, alla tenuta del cemento in cui vengono parzialmente "affogati", senza che fra di essi si sviluppi una "collaborazione" atta ad aumentarne la resistenza, e lasciando invece esposto alle intemperie il collante, che comunque ha una presa ridotta a causa della superficie levigati dei ciottoli. Da ossrrvare inoltre come la pavimentazione della piazza nell'area dello stemma, risulta in leggera pendenza, aumentando lo scorrimento dell'acqua che tenda quindi ad erodere i "collanti" impiegati per "fissare" ciottoli e blocchetti di porfido.
FotoNew: Piazza S. Evasio area pedonale poco pedonabile
Su tale quadro si innesta poi il fattore umano, infatti, come tutti i bizzozeresi ben sanno, sebbene tale parte della piazza sia formalmente interdetta alle auto, essa di fatto rappresenta il principale parcheggio pubblico del centro storico (anche più di piazza Statuto, data la maggiore rotazioni di auto). Tale circostanza fa si che la pavimentazione sia sottoposta costantemente non solo ai passaggi delle auto, ma anche alle loro manovre, con ruote che dunque non solo passano su ciottoli e blocchetti, ma vi rutino, impremendo tale movimento anche ai sottostanti elementi, che vengono quindi sollecitati a spostarsi dalla sede loro segnata. Anche in questo caso la differenza dei due tipi di pavimentazione comporta delle implicazioni significative, infatti i pneumatici delle auto mentre hanno scarsi appigli sui blocchetti di porfido, possono facilmente fare leva sui ciottoli, fra i quali più facilmente (data la sagoma curvilinea) vi sono o si creano dei vuoti.
Il risultato in definitiva è che tutta la pavimentazione della piazza è sottoposta ad usura, e non di rado qualche blocchetto di porfido viene divelto dalla sua sede, ma per la parte delle due cicogne realizzate con i ciottoli di fiume, l'effetto risulta ben più grave con una costante deturpazione della composizione.
Foto d'archivio Mario Bianchi: Lo stemma di piazza S. Evasio libero da auto in sosta
Proprio per arginare il costante scempio di tale bene pubblico, per alcuni anni, su iniziativa dell'allore Presidente della Circoscrizione 6 Gianluigi Lazzarini (Lega Nord), furono messi a protezione dello stemma dei grandi vasi di verde pubblico, vasi che però esteticamente hanno sollevato molte perplessità (per il loro ingombro, per le loro caratteristiche, e per l'erba che fecero crescere nelle intercapedini fra i blocchetti di porfido e/o i ciottoli), e che spesso sono stati danneggiati o rovesciati dalle auto in manovra e/o dal vento, non raggiungendo così lo scopo per cui erano stati posati e per questo poi rimossi.
Foto d'archivio Mauro Baggio: Le auto in sosta tra i vasi antiparcheggio
Venerdì dunque l'ennessimo intervento, con un accorgimento tecnico però, infatti se abitualmente i ciottoli vengono affogati nella sabbia o nel cemento per metà della loro altezza, o poco più, in questo caso sono stati spinti decisamente più in basso, così da aumentare la copertura del cemento sui sassi in questione, e nel contempo - diminuendone la "sporgenza" - ridurre l'attrito a cui saranno esposti a causa delle manovre delle auto.
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