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Foto Raffaele Coppola: Scorcio della parte dinamica della mostra
"Rivoluzionaria" la mostra fotografica di Aitis e Boldini in centro Varese.
Foto Raffaele Coppola: L'esposizione in un momento di visita
Proviamo ad enumerare le principali "rotture" che il duo artistico (ma noi ci focalizzremo soprattutto su Aitis) ha introdotto rispetto le canoniche mostre fotografiche, ed iniziamo dal nome: "Lo spazio bianco"; un nome un programma, infatti ogni fotografia è stata esposta su un pannello bianco che permettesse di ottenere ai biedi di ciascuno scatto uno spazio bianco appunto, in cui i visitatori avevano la possibilità di aggiungere note, disegni, commenti, andando così, ad arricchire e completare l'opera, che diventa dunque un'opera collettiva e assolutamente unica, irripetibile.
Foto Raffaele Coppola: Un momento della proiezione
Meno innovativo invece il contributo di un filmato su duplice schermo, in cui gli scatti sono stati sapientemente montati ed alternati, con un apprezzato accompagnamento musicale, per uscire dalla statica bidimensionalità delle fotografia classica.
Foto Raffaele Coppola: Scorcio della parte dinamica della mostra
Ma una delle sorprese maggiori è venuta dall' "eresia" di Aitis, che ha realizzato i suoi scatti con uno smartphone, accantonando le macchine fotografiche professionali spesso segno di distinzione e barriera tra gli artisti dello scatto e i comuni "mortali" che gli scatti li osservano solo.
Foto Raffaele Coppola: Alcuni degli scatti di Aitis in mostra, con ben visibile lo spazio bianco su cui i visitatori hanno aggiunto i loro "graffiti"
Quindi i soggetti: ombre, particolari, muri, soggetti che esprimono la visione della fotografia di Aitis, fatta non più da immagini statiche da osservare, ma impressioni da interpretare, quasi a dire che l'arte non è in ciò che è riprodotto, ma nell'occhio, nella mente e nel cuore di chi quella riproduzione osserva, rielabora ed interpreta, un'astrazione, come ben indica il titolo dato all'esposizione di Aitis: abstract.
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