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La facciata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana
Approfondimento del Vangelo di domenica 10 marzo a cura di don Marco Casale.
Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 8 marzo 2019:
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LA PAROLA IN MEZZO A NOI Prima domenica di Quaresima 1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo,ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra».7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. Entrare nel tempo della quaresima vuol dire tornare ad affrontare le tentazioni come ha fatto Gesù. Le tentazioni fanno parte della nostra natura umana ed anche Gesù, che si è fatto uomo come noi, nella sua condizione umana, nel suo aver rivestito la nostra carne, la nostra fragilità ed anche la nostra umanità con tutti i suoi desideri, ha sperimentato le tentazioni. E’ importante, però, distinguere la tentazione dal peccato: Gesù, infatti, è stato tentato ma non ha peccato, non è caduto in tentazione mentre noi, invece, a volte nell’essere tentati cadiamo nel peccato. Ma non confondere la tentazione col peccato vuol dire non sentirci in colpa per l’essere tentati: tutti, infatti, siamo tentati, ma sapere riconoscere la tentazione, cioè darle il suo nome, cioè chiamarla tentazione e non “occasione”, come si fa a volte, significa avere la volontà di rifiutarla e, come ha fatto Gesù, non solo avvalerci della nostra volontà ma, soprattutto, avvalerci della Parola di Dio che va ben conosciuta per poter vincere le tentazioni; altrimenti, se durante le tentazioni noi rimaniamo soli, cadiamo. Lo Spirito, dice il vangelo, spinge Gesù nel deserto, quindi lo spinge da una parte a non sottrarsi a questa esperienza profondamente e realmente umana; dall’altra, però, lo assiste anche, cioè lo spinge ma non per lasciarlo solo ma lo accompagna, è accanto a Lui nel momento della tentazione e dà il suo contributo perché ne esca vittorioso. Don Marco Casale |
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I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.
Leggi anche: La Parola in mezzo a noi 24 febbraio 2019
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