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Don Marco Casale
Approfondimento del Vangelo di domenica 19 agosto a cura di don Marco Casale.
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LA PAROLA IN MEZZO A NOI Che cosa possiamo dire della fede se non che la fede è esperienza dell'uomo e il Signore ha un particolare occhio di riguardo e di attenzione alla fede di noi uomini, si stupisce della nostra fede ma si stupisce anche della nostra incredulità, come accadde a Nazareth. Aver fede è vivere una esperienza pienamente umana, noi uomini fin dall'inizio della nostra esistenza viviamo di fede, il primo atto infatti che noi facciamo quando nasciamo è quello di avere fiducia che qualcuno si prenderà cura di noi, a cominciare dai nostri genitori, e in tutto il corso della nostra vita noi sentiamo la fede come necessaria nella nostra esperienza umana, oltre che nel rapporto con Dio. La fede come fiducia infatti è alla base di tutte le esperienze umane fondamentali: non esiste un'amicizia senza la fede, non esiste un rapporto di coppia senza la fede e infatti l'anello che ci si scambia si chiama proprio così, la fede! Quando la fede come fiducia manca ne sentiamo dolorosamente la mancanza. Sento spesso persone che raccontano esperienze del passato, di situazioni diverse a quello che viviamo oggi, dove si viveva insieme nello stesso cortile, ci si fidava gli uni degli altri, si aveva fiducia gli uni negli altri, ci si aiutava gli uni gli altri. Quando questa esperienza di una fiducia reciproca viene meno e prevale il sospetto nel riguardo dell'altro, la diffidenza, noi sentiamo che ci manca qualcosa, sentiamo che la nostra esperienza con gli altri è impoverita, la fede e la fiducia quando mancano ne sentiamo una struggente nostalgia. è questa l'esperienza del Centurione che sa che cos'è la fede, è per lui l'esperienza di una parola che viene detta e si realizza, "vai e il mio servo va", "vieni e il mio servo viene", "fa questo e il mio servo lo fa", allora questo centurione da un punto di vista umanissimo ha fatto l'esperienza di vedere una parola realizzarsi, compiersi prontamente e ha spostato questa esperienza umana a livello di Dio e in cuor suo ha fatto questo passo: se c'è un Dio e io riconosco la sua presenza in Gesù di Nazareth questo Dio deve essere così, uno totalmente affidabile, che quando dice una parola quella è e quella si realizza .O Dio è così o non so come altrimenti possa essere. Allora questo uomo viene lodato da Gesù "non mai vista una fede così grande in Israele" perché lui attraverso l'esperienza umana è arrivato ad aprire la mente e il cuore e a riconoscere che questa sua esperienza trova il suo compimento, la sua piena realizzazione nell'incontro con la persona di Gesù di Nazareth. Allora ecco che questa parola è così profonda, così preziosa, che la liturgia ce lo fa ripetere a tutte le messe "o signore non sono degno di partecipare alla tua mensa ma dì soltanto una parola e io sarò salvato". Vedete che è la stessa parola del centurione, con qualche piccola modifica, ma è una citazione diretta di queste parole del centurione che sono diventate per noi esemplari di quella che è la fede, tanto è vero che quando ci accostiamo all'Eucarestia siamo invitati a ripeterle, a farle nostre, perché serve questa stessa fede per accostarsi all'Eucaristia, questa piena fiducia. L'esperienza del centurione allora ci mostra come il Signore guarda al cuore, guarda alla persona, non guarda ad altro, neppure a quale popolo appartiene, pur essendo romano e non appartenente al popolo di Israele però Gesù ci mostra che il suo interesse è un altro: che persona sei? che cosa c'è nel tuo cuore? e in qualche modo questo sguardo di Gesù siamo invitati a farlo nostro, ad avere anche noi questo modo di guardare gli altri: che persona sei? che cosa custodisci nel tuo cuore? E nell'esperienza di fede del centurione noi vediamo che c'è una possibilità allora di allargare lo sguardo e di poter scoprire che il Signore tocca il cuore degli uomini anche ben oltre i confini della comunità dei credenti, della Chiesa. Che cosa significa questo? Non significa che la Chiesa è irrilevante! A volte noi di fronte a questa parola di Gesù diciamo: ma allora se il Signore raggiunge tutti, il cuore di tutti, quando vuole Lui, perché andare a messa? Qualcuno infatti a volte mi chiede: Don Marco io mi guardo attorno e vedo che ci sono persone che della messa proprio non ne vogliono sapere, della fede non ne vogliono sentire parlare, ma sono persone buone, sono persone generose, sono persone perbene e allora è proprio necessario andare alla messa? è proprio necessario credere? è una bella domanda, ma la risposta noi l'abbiamo, Cristo ci è necessario! come ci ha insegnato il beato papa Paolo VI. Questo centurione non ha detto che avere a non avere Cristo è la stessa cosa, lui ha compreso che l'unico necessario è Gesù di Nazareth, l'unico Salvatore è Gesù di Nazareth, l'unico affidabile, la cui parola sempre si compie, è Gesù di Nazareth! Ma ha compreso anche che il Signore si serve di vie a lui solo note per arrivare dove vuole Lui, come vuole Lui, quando vuole Lui, per la strada che vuole Lui, per raggiungere il cuore di tutti i suoi figli e attirarli a sé e chiamarli alla fede e accendere in loro l'amore. Questo che cosa ci dice? Ci dice che la grandezza del cuore di Dio deve essere per noi motivo di gratitudine. Se noi incontriamo qualcuno che non crede, o che dice di non credere, ma vive l'amore, il rispetto per il prossimo, l'attenzione al bisogni dell'altro, dal cuore nasca una lode alla grandezza del nostro Dio, non sia un motivo di invidia, tanto meno di irrilevanza della fede! l'esperienza del centurione è di una necessità più stringente della persona di Gesù per essere salvo, ma senza rinchiudere Gesù in confini troppo stretti, perché il suo Spirito ha orizzonti molti più larghi, non conosce l'invidia, non conosce le gelosie, non conosce le limitazioni, non conosce pregiudizi, il Signore passa da tutte le porte e raggiunge tutti i cuori! La parola di Gesù: "non ho mai visto una fede così grande" diventa oggi anche la nostra preghiera di lode: "non abbiamo mai visto un Dio dal cuore così grande", che aiuta anche noi ad avere un cuore così grande, uno sguardo così grande, ci aiuta a riconoscere la necessità di avere in Lui, in Gesù, l'unico nostro Salvatore. Anche noi questa sera possiamo dire con i discepoli: "Noi crediamo Signore, ma tu aumenta la nostra fede". |
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Leggi anche: La Parola in mezzo a noi 5 agosto 2018
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