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La faccaiata della cihesa di San Carlo Borromeo
Approfondimento del Vangelo di domenica 22 luglio a cura di don Marco Casale.
Di seguito la libera trascrizione dell'omelia di don Marco Casale come momento di riflessione e meditazione del Vangelo di domenica 22 luglio 2018, IX dopo Pentecoste.
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LA PAROLA IN MEZZO A NOI IX dopo Pentecoste E’ l’unica volta qui, tra le pagine del Vangelo, che Gesù convoca la folla: di solito, infatti, è la folla che cerca lui e da questo noi comprendiamo che Gesù ha qualcosa di importante da dire, come quando un padre di famiglia convoca tutta la famiglia perché ha qualche cosa di importante da comunicare. Gesù, in effetti, ha bisogno di dire l’essenziale - perché in mezzo a tante parole, a tante cose che si fanno, che cosa è essenziale se non il cuore, il centro – e, quindi, ci regala questa sintesi, il cuore, appunto, del suo insegnamento: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” Sono le condizioni dell’essere suo discepolo! Chi può dirsi suo discepolo, suo amico che lo segue, che lo ha scelto come maestro e che è credente in lui? Chi può dire di esserlo? Gesù, molto chiaramente, descrive le caratteristiche essenziali del suo discepolo: Chi ha saputo rinnegare se stesso, fare della sua vita un dono d’amore. Questo è il senso del “prendere la croce!” La croce è il segno dell’abbassamento di Dio: Il Signore Gesù che si è spogliato delle sue prerogative divine e, da ricco che era, si è fatto povero, si è fatto servo di tutti, umiliandosi fino alla morte, ma non ad una morte qualsiasi, ma alla morte di croce, quella proprio dei reietti, quella degli esclusi, dei malfattori. Quindi con questo cammino di abbassamento, di umiliazione Gesù ha voluto esprimerci quanto gli stiamo a cuore, quanto ci ama. In questo modo, cioè spogliando se stesso, ha rivestito noi; abbassando se stesso ha innalzato noi; donando la propria vita ha dato la vita a noi. Don Marco casale |
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Leggi anche: La Parola in mezzo a noi 1 luglio 2018
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