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Foto Raffaele Coppola: L'interno della chiesa di Santa Maria Maddalena
Approfondimento del Vangelo di domenica 11 giugno a cura di don Marco Casale.
Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 9 giugno 2017:
LA PAROLA IN MEZZO A NOI Festa della SS. Trinità «12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». La festa della Trinità è la festa dell’amore di Dio che noi abbiamo conosciuto attraverso il Figlio Gesù che ci ha rivelato l’amore misericordioso del Padre e che vive in noi attraverso il suo Spirito, lo Spirito del Risorto. Il mistero dell’amore di Dio, che contempliamo attraverso tutte le feste dell’anno liturgico, in particolare le ultime che abbiamo celebrato, cioè la Pasqua e la Pentecoste, trova piena rivelazione in questa festa della Trinità. Infatti, nella festa di oggi, è come vederle tutte insieme queste feste, raccolte in quest’annuncio di Dio, del suo amore per noi rivelato da Gesù nello Spirito! Però questa della Trinità è ben più che una definizione dogmatica: è una comunione d’amore. Festa della Trinità vuol dire: accogliere Dio che offre il suo amore e che ci chiede una risposta di amore. Questa verità, di cui parla il Vangelo, nella quale lo Spirito ci guida, la Verità “tutta intera”, significa che questa Verità non è solo dire il vero anziché il falso, ma è la pienezza della Verità dell’amore di Dio per noi, che è ancora tutto da scoprire, da approfondire. E ci vuole tempo per farlo! Se voi pensate, ad esempio, al fatto che il credo che noi recitiamo tutte le domeniche è frutto di due Concili, il Concilio di Nicea del 325 ed il Concilio di Costantinopoli del 381: Sono quasi 400 anni dalla nascita del cristianesimo con Gesù, in cui nella Chiesa si è studiato, si è approfondito, ci si è confrontati, si è litigato, si è discusso, ci si è divisi, ci si è ritrovati e si è arrivati a definire una professione di fede comune che è quella del credo. Ci hanno messo 400 anni, nella chiesa, per arrivare qui. Allora ciò vuol dire che l’approfondimento di questo mistero richiede tempo, richiede tempo conoscersi. Quando noi potremo dire di conoscere tutta quanta, nella sua interezza, una persona? Ognuno di noi è sempre un po’ una sorpresa, anche quando si vive insieme per cinquant’anni! C’è sempre qualche aspetto di questa persona che ancora non abbiamo conosciuto! O qualche aspetto di me che ancora non avevo conosciuto o che non avevo visto con questa chiarezza! Anche del mistero di Dio è così! Non si finisce mai di conoscerlo, è sempre una sorpresa: la sorpresa, sempre più bella, di un amore sempre più profondo che via via scopriamo. Ma scopriamo che in questa relazione di amore che è Dio, la Trinità, un unico Dio – tre Persone, in comunione di amore, c’è un grande rispetto! Nel modo di rapportarsi, di dialogare c’è una grande attenzione. Quella stessa attenzione che Gesù ha avuto nei confronti dei suoi discepoli quando dice: “Adesso non siete in grado di portare il peso delle cose che ho da dirvi, ma lo Spirito vi guiderà e vi renderà capaci.” Gesù sa una cosa che è importantissima anche per noi: La verità bisogna stare attenti come la si dice! Non basta dire la verità! C’è un modo di dire la verità che offende e non è questo il modo giusto di dire la verità. Dicevano già i latini: “Est modus in rebus” – c’è modo e modo! C’è un modo rispettoso, attento e c’è un modo, invece, impulsivo, impositivo di dire, magari, le stesse cose! Uno può anche avere ragione, ma lo dice offendendo; invece io posso dire le stesse ragioni facendomi ascoltare in un modo rispettoso. Gesù, come vediamo in questo brano, è molto attento a queste cose perché è giusto essere attenti in queste cose! “Adesso non siete in grado di portare il peso di quello che ho da dirvi”. Quindi vi verrà detto a suo tempo, “nel tempo giusto” e nei modi giusti. Che bello se noi quest’oggi chiedessimo allo Spirito questa grazia: Aiutami, come sai fare Tu, a dire la verità, certo, ma a dirla nei modi giusti e scegliendo i tempi giusti. Che grazia che sarebbe questa!!! La chiediamo allo Spirito! Questo è il mistero della Trinità: Imparare queste relazioni di amore con questa attenzione e con questa sensibilità! Così si entra nel mistero di Dio, di un amore profondo, vero, capace di dialogo, di ascolto, di rispetto ma nella verità! Rispetto non vuol dire: Facciamo finta di niente! Ti dico una bugia che, però, è una bugia a fin di bene! Cosa significa “dire una bugia a fin di bene?” Se è una bugia è una bugia! La verità va sempre detta! Ma nei modi e nei tempi giusti: Questo è l’amore, questo custodisce l’amore, perché altrimenti si possono creare quelle tensioni, quelle incomprensioni che indeboliscono l’amore, che fanno soffrire l’amore. “Lo Spirito vi dirà Lui la verità tutta intera e vi renderà capaci di portarne il peso”. Portare il peso della verità: Quante volte noi mettiamo la testa sotto la sabbia perché certe verità non le vogliamo vedere? Lo Spirito ci aiuta a non avere paura della verità! A volte la verità è pesante da accettare, è faticosa: lo Spirito ce ne rende capaci! Don Marco Casale Chiesa di S. Maria Maddalena – Bizzozero Trascrizione non rivista dall’autore |
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