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Foto Raffaele Coppola: La palazzina di Uninsubria che ospita l'Aula Magna
L’attore di recente è balzato agli onori della cronaca per aver recitato il suo spettacolo in un teatro completamente vuoto. L’Università degli Studi dell’Insubria gli ha chiesto di raccontare le motivazioni che lo hanno spinto a quel gesto.
Lo spettacolo “Improvvisazioni di un attore che legge” - monologo sulle esilaranti e tragicomiche vicende di Matteo Sinagra, sfortunato attore dei primi del ‘900 - racconta la vita di palcoscenico, dura, romantica, piena di grotteschi imprevisti, di speranze sempre deluse e umiliazioni cocenti, ma da cui è impossibile separarsi. Come in una pièce teatrale, la vicenda di Mongiano che va in scena senza nessuno spettatore e del suo personaggio sembrano intrecciarsi, tra finzione e realtà, in quella che sicuramente è un’appassionata “dichiarazione d’amore verso il teatro”, così come scrive Mongiano sul suo sito (www.giovannimongiano.it) “dedicata anche a tutti gli attori, compresi quelli pigri pigri, che oggi sempre più “leggono” in palcoscenico, invece di studiare “la parte” o improvvisare (siamo tutti figli della Commedia dell’Arte, no?)…!”
Giovanni Mongiano - durante l’incontro riservato al Management dell’Università degli Studi dell’Insubria e inserito nell’ambito del progetto di Umanesimo Manageriale - parlerà degli aspetti motivazionali, delle ragioni che lo hanno spinto a fare la scelta estemporanea di andare in scena nonostante l’assenza di pubblico riportata sulla stampa locale e poi rimbalzata sui mass media nazionali.
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Il progetto di Umanesimo Manageriale (www.uninsubria.it/umanesimo) è uno stile di gestione del management e dell'organizzazione volto a porre al centro la persona, il suo valore unico e irripetibile prima ancora che le sue competenze, il ruolo istituzionale rivestito, il suo essere risorsa professionale, fondato sulla cultura della Giustizia Riparativa. L’Umanesimo manageriale recupera il profilo alto della persona, della sua formazione, l’importanza del tessuto relazionale tra colleghi indipendentemente dagli incarichi e dalle gerarchie funzionali. Avviato nel 2015 il progetto è coordinato da Grazia Mannozzi, docente di Giustizia Riparativa, e dal direttore generale dell’Università dell’Insubria, Gianni Penzo Doria, in collaborazione con il Centro studi sulla giustizia riparativa dell’Università dell’Insubria (CeSGReM) e con un team di studiosi: Alfredo Biffi, professore di Organizzazione Aziendale; Giovanni Angelo Lodigiani, docente di Giustizia riparativa e Mediazione penale; Simone Vender, docente di psichiatria.
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