Questo sito utilizza i cookies. I cookie sono file memorizzati nel browser, utilizzati dalla maggior parte dei siti per personalizzare la navigazione. Utilizzando il nostro sito l'utente dichiara di accettare e acconsentire all' utilizzo dei cookies in conformita' con i termini di uso dei cookies.
Foto Raffaele Coppola: L'interno della chiesa di Santa Maria Maddalena
Approfondimento del Vangelo di domenica 26 marzo a cura di don Marco Casale.
Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione proposto ogni venerdì sera alle ore 21.00, presso la chiesa di S. Maria Maddalena, un momento di meditazione sul Vangelo domenicale per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.
Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 24 marzo 2017:
|
LA PAROLA IN MEZZO A NOI 4^ domenica di quaresima 1Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Nel cuore della Parola che abbiamo ascoltato questa Domenica c’è quest’annuncio: “Io sono la luce del mondo” – dice Gesù – ma noi vediamo che la gente risponde diversamente a questo annuncio. Da una parte c’è questo cieco che apre gli occhi e che vede sempre più chiaramente, non solo perché il Signore gli ridona la vista ma perché apre gli occhi anche alla fede e questo Gesù, che prima per lui era un uomo, semplicemente, poi diventa un profeta e poi diventa il Figlio dell’Uomo e poi il Figlio di Dio: “Io credo, Signore!” Questi, che era un cieco dalla nascita, diventa un illuminato, uno che ci vede: La fede è vedere nella luce del Signore! Dall’altra parte ci sono i Farisei che, invece, credono di vedere ma si scoprono sempre più ciechi e si chiudono sempre di più, non vogliono vedere, si intestardiscono e chiudono il loro cuore. Viene allora da domandarci: Questa luce, che è il Signore, è una luce per chi? Per qualcuno oppure per tutti? Quando io accendo la luce arriva solo a qualcuno o arriva a tutti? Arriva a tutti! Perché, allora, se Gesù è la luce del mondo e questa luce illumina ogni uomo, perché alcuni credono ed altri no? E’ una domanda importante questa, perché se la risposta non è quella per cui la luce si accende per alcuni e per altri no, allora qual è il motivo? Il motivo è che chi vuole aprire gli occhi, vede; chi, invece, non li vuole aprire, non vede! Quando chiudiamo gli occhi e non vogliamo aprirli, e non vogliamo vedere è un po’ come chiudere il cuore: è la volontà che si chiude, è il cuore che si chiude: La luce c’è ma io non voglio vedere! La fede, sì, è un dono per tutti ma dobbiamo anche noi fare la nostra scelta: Aprire gli occhi e vedere la sua luce! Da questo dipende davvero molto! Se – dice un famoso proverbio – un bicchiere è pieno a metà ed io lo guardo, che cosa posso dire? Che è mezzo pieno o che è mezzo vuoto? Sono vere tutte e due le risposte, perché uno può guardare la metà piena e dire che è mezzo pieno; uno può guardare la metà vuota e dire che è mezzo vuoto. Ma noi, come lo vediamo, mezzo pieno o mezzo vuoto? Da che cosa dipende allora la risposta che diamo? Dipende dalla luce con cui vogliamo vedere le cose, da quale parte ed in quale luce le guardiamo! Perché se io le guardo dalla parte della luce della speranza, io lo vedo mezzo pieno, mentre se io lo guardo alla luce dello scoraggiamento lo vedo mezzo vuoto. Ma è lo stesso bicchiere! Eppure cambia la risposta! Quando noi stiamo bene vediamo le cose in maniera più positiva; quando, invece, non stiamo bene, abbiamo qualcosa, un problema di salute etc. allora vediamo tutto nero! Ma come? Si parla della stessa cosa e la vediamo così diversamente!?! Dipende da come la colori, da quale luce è illuminata, con quali occhi la guardi! Per questo Gesù insiste tanto nel dire: “Io sono la luce del mondo! Guardate la realtà che vi circonda, la vostra vita nella mia luce, perché così le guarderete nella luce dell’amore, nella luce della speranza, perché, altrimenti, ci sono le tenebre di questo mondo e se uno guarda le cose con queste tenebre, con questo buio, vedrà tutto buio! E si troverà nello scoraggiamento e nella tristezza!” La luce del Signore, invece, riaccende dentro di noi la speranza e la gioia! A questo punto, allora, la domanda per noi diventa un’altra: Ma io ho fede? Noi cosa rispondiamo? Ci crediamo sì o no? Si! Quindi avere fede vuol dire che vediamo tutto sempre nella gioia, nell’amore, nella speranza? No! E allora com’è? Il Vangelo di oggi ci mostra una cosa bella, che non è così immediata ma che dobbiamo cogliere leggendo con attenzione il Vangelo. Questi Farisei dicevano: Noi ci vediamo, noi siamo discepoli di Mosè, noi abbiamo studiato la Legge, noi sappiamo già tutto e quindi diventano sempre più ciechi: hanno il cuore chiuso e l’orgoglio li acceca! Questo cieco, invece, che sapeva di essere cieco è stato guarito! Diceva: Raccontatemi tutte le storie che volete! Una cosa sola io so: Prima ero cieco, adesso ci vedo! E’ uno che sapeva di essere cieco e quindi riconosce di essere stato guarito. Allora questo ci insegna una cosa importante e cioè: Se anche noi abbiamo la fede dobbiamo lo stesso dire, come dicevano i Discepoli: Signore, noi crediamo, ma Tu aumenta la nostra fede! Perché a volte vediamo nella Tua luce, le cose le vediamo bene, con speranza; altre volte no, vediamo tutto nero, anzi non vediamo neanche il Signore! Lo cerchiamo e non lo troviamo! E’ un po’ così! In noi un po’ c’è la luce del Signore ed un po’ ci sono le tenebre di questo mondo. Allora la nostra preghiera, oggi, deve essere proprio questa: “Signore, nella nostra cecità, aiutaci a cercare Te, ad invocarti, donaci la Tua luce, fa che possiamo vedere le cose nella Tua luce, apri i nostri occhi, Signore, quando siamo ciechi!” Diventa una bella preghiera, questa: la preghiera umile. Quando uno ha la fede diventa umile, non arrogante! Quando uno ha la fede non diventa presuntuoso: “Apri i miei occhi, Signore, altrimenti io rimango nella mia cecità!” E se penso di vedere bene divento, invece, sempre più cieco. Rendimi umile, fammi vedere Tu, nella Tua luce. Questo cieco, oggi, ci insegna tante cose e dà, anche a noi, la possibilità di fare un cammino di fede come l’ha fatto lui: un cammino luminoso, un cammino nell’umiltà ma un cammino vero, in cui poter dire, insieme a lui: “Io credo, Signore, ma Tu aumenta la mia fede!” Don Marco Casale Chiesa di S. Maria Maddalena – Bizzozero Trascrizione non rivista dall’autore
|
|
I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.
Articoli correlati: La Parola in mezzo a noi 19 marzo 2017
© 2024 Bizzozero.net
All Rights Reserved.
Free Joomla 1.5 Templates Joomla Web Hosting cushion cut engagement rings Joomla Templates joomla hosting