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Foto Mario Bianchi: Un momento della tavola rotonda
Analisi e opinioni diverse ieri sera alla tavola rotonda "Varese città policentrica" promossa da B.NET e Circolobizzozero.
Di prestigio i relatori intervenuti: l'Assessore ai Rioni del Comune di Varese Maria Ida Piazza, l'Assessore alla Polizia Locale e alla Sicurezza Civica del Comune di Varese Carlo Piatti, il presidente della Società Storica Varesina e professore ordinario presso l'Università dell'Insubria professor Giuseppe Armocida, il giornalista di RMFon line e già redattore de La Prealpina Maniglio Botti, il responsabile cittadino della Caritas Gregorio Navarro; ad essi si sono aggiunti alcuni ospiti di riguardo invitati ai lavori: Giuseppe Terziroli già Assessore del Comune di Varese ed esponente del mondo cultarale cittadino oltre che promotore prima del recupero ed ora della valorizzazione della chiesa di Santo Stefano di Bizzozero, il professor Renzo Talamona insigne storico e massimo studioso della storia rionale di Bizzozero, Giancarlo di Ronco responsabile dell'Associazione Amici del Sacro Monte e redattore di Sacromontevarese.net, Daniele Zanzi di Varese 2.0.
La serata - dopo le presentazioni di rito - si è divisa in due parti: una prima di analisi per cercare di guardare al policentrismo di Varese da diversi punti di vista, ed una di riflessione in cui valutare come rapportarsi a tale caratteristica, in cui hanno dato il loro contributo anche le persone del pubblico (fra cui si segnalono gli interventi degli "Amici di Bizzozeto" e del comitato "Varese sud").
Difficile una sintesi di un confronto ampio e variegato, ma che ha visto molte convergenze su almeno due piani di analisi e di intervento: uno sociale ed uno strutturale/urbanistico. Ecco dunque sul primo fronte emergere il peso della crisi sociale contemporanea che ha impoverito la ricerca di socializzazione, e che si è ulteriormente appesantita negli ultimi anni a causa della congiuntura economica negativa, mentre sul secondo fronte non sono mancati gli interrogativi e le osservazioni critiche sullo sviluppo urbano della città a partire sin dal 1927, allorquando Varese inglobò i comuni limitrofi, snaturandone progressivamente l'originaria configurazione. Da qui l'orientamento volto ad incentivare le forme di aggregazione sociale rionale, valorizzando le tradizioni delle singole realtà, ma anche la richiesta di una maggiore progettualità su uno sviluppo urbano che si vorrebbe meno passivo.
A chiudere poi la serata la distribuzione di una copia omaggio del libro di A.D. Bianchi "Bizzozero - note storiche", ristampa anastatica curata da Mario Bianchi e realizzata da BIZZOZERO.NET, del primo libro dedicato a Bizzozero ed uscito nel 1924, ed ora riproposto in tiratura limitata per celebrare la registrazione di BIZZOZERO.NET quale testata giornalistica, perchè - come si legge nella prefazione alla presente edizione - "l'identità di una comunità passa inevitabilmente attraverso la memoria della sua storia".
Foto Mario Bianchi: Un momento del convegno
Di seguito cerchiamo di riprendere alcuni (e solo alcuni) dei contenuti esposti dagli intervenuti, senza pretese di esaustività:
Maria Ida Piazza: ha posto l'accento di come la soppressione delle circoscrizioni imposta per legge abbia ulteriormente indebolito il sostegno all'identità rionale, che comunque resta disomogenea sul territorio; il neocostituito Assessorato ai Rioni, pur nella limitatezza dei mezzi a disposizione, ha dunque puntato molto sulla stimolazione delle iniziative con funzione aggregante delle diverse comunità.
Carlo Piatti: ha attirato l'attenzione sul problema della scomparsa dei negozi di prossimità, che si vorrebbe incentivare per non trasformare i rioni in quartieri dormitorio, mentre sul piano della sicurezza resta un sogno nel cassetto il vigile di quartiere, meglio se con un presidio fisso; progetto irrealizzabile al momento stanti le condizioni economiche del presente.
Giuseppe Armocida: ha evidenziato come la policentricità sia un valore relativo, ricordando poi che i rioni sono la comunità, le persone che li compongono, più che non il quartiere e gli edifici che ne caratterizzano gli spazi.
Maniglio Botti: "il popolo intelligente è quello che accetta il cambiamento", con questa citazione ha voluto sottolineare come pur considerando una ricchezza la policentricità cittadina, sia necessario non fossilizzarsi sugli schemi del passato, per cercare di costruire un futuro su misura delle mutate esigenze.
Gregorio Navarro: ha attirato l'attenzione su alcuni importanti cambiamenti in atto, come quello che vede le parrocchie confluire nelle nuove Unità Pastorali, o quello che vede la chiusura, l'espulsione o comunque la progressiva perdita di peso delle importanti realtà economiche che in passato hanno fatto da coaguolo rionale (- ndr - ad esempio Bassani per Bizzozero, Aermacchi per Masnago).
Giuseppe Terziroli: ha invece proposto di individuare per ciascun rione una specifica vocazione che ne indirizzi la progettazione, richiedendo per Bizzozero il ruolo di polo culturale e ambientale.
Renzo Talamona: si è soffermato sulla volontà centralizzatrice che ha caratterizzato Varese dal 1927 ai giorni nostri.
Giancarlo di Ronco: pur focalizzandosi sulla realtà del Sacro Monte, ha toccato un problema tipico di tutti i centri storici, ovvero la necessità di attrarre residenti per non lasciar spazio al degrado ed all'abbandono.
Daniele Zanzi: ha richiesto una vera progettualità della città ad ampio respiro che parta dalla conservazione dei rioni, riequilibrando strutture e servizi sulle diverse aree cittadine.
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