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Foto Marino Sanvito: La chiesa di S. Stefano a Bizzozero
Il prof. Talamona ritrova le origini del capolavoro romanico di Bizzozero.
La “prova regina” è rappresentata da un cippo lapideo in serizzo (II-III sec. d.c.) ritrovato vicino alla chiesa bizzozerese, visto da Theodor Mommsenn (1) e prima collocato sulla parete esterna dell’edificio sacro poi donato al Museo Patrio (2) sulla quale è visibile la scritta in latino: “Silvano Tertullus Censorini [f(ilius)] f(ecit) v(oto) s(oluto) cum suis” - "Tertullo, figlio di Censorino, con i suoi familiari (lo ha fatto) costruire a Silvano per lo scioglimento del voto" che lascia intendere che la chiesa attualmente visibile e datata attorno all’XI secolo (a sua volta sorta sopra ad una dell’VIII-IX sec. che ne ha soppiantata una del VII) abbia radici ancora precedenti rispetto alla tomba attribuibile all’epoca romana riportata alla luce durante i restauri (iniziati nel 1969 e conclusi nel 1975 del quali lo stesso Terziroli ne fu promotore) andandosi a collocare su quelle che erano in origine i resti di un tempio pagano dedicato al dio Silvano.
Un incastro perfetto tra il “cippo di Tertullo” ad altri tasselli di storia bizzozerese sempre sviscerati dal prof. Talamona in occasione di precedenti studi, quali la presenza nelle immediate di vicinanze S. Stefano di una strada romana in prossimità di un fiume chiamato Selvagna (chiara è l’assonanza con “Silvano” n.d.r.) ed altri elementi emersi dalle letture dell’archivio di S. Vittore che, alla fine, gli hanno permesso di affermare con sostanziale certezza che la chiesa di S. Stefano è il monumento più antico della città di Varese.
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(1) Christian Matthias Theodor Mommsen [1817-1903] storico, numismatico, giurista, epigrafista e studioso tedesco (fonte Wikipedia) presente a Varese in occasione della fondazione del "Museo Patrio".
(2) Fondato nel 1871 da studiosi ed appassionati locali per raccogliere documenti della storia varesina oggi noto come “Museo Civico Archeologico di Varese “ con sede a Villa Mirabello e capofila del Sistema dei Musei Archeologici della Provincia di Varese (SiMArch).
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