Due diverse iniziative di protesta portano alla ribalta il nostro rione.

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Sono due le iniziative di protesta che riguardano Bizzozero a fare sì che la stampa locale, in particolare i quotidiani “La Prealpina” e “La Provincia di Varese”, scriva del nostro rione. 

La prima, riportata su entrambe le testate e anche nell’edizione online de “La Provincia di Varese” (leggi l’articolo), riguarda Massimo Crippa: l’ormai noto “parrucchiere in mutande” (così definito per il fatto che spesso – per manifestare il suo dissenso nei confronti dell’oppressione fiscale a suo dire messa in atto dal Fisco italiano che lo ha lasciato “in mutande” – lavora indossando solo gli slip, che ha deciso di togliere il Pos dal momento in cui il governo lo ha reso obbligatorio a professionisti e commercianti per consentire ai clienti anche il pagamento elettronico per importi superiori a 30 euro. Tutto ciò perché “Questo negozio è mio!” - come indicato da un cartello da lui affisso sulla vetrina del suo salone di Biozzozero – e quindi “avere meno il Pos deve essere una mia scelta e non un’imposizione dello Stato, imposizione che tra l’altro comporta un aggravio delle spese”.

Il secondo malcontento, del quale si occupa La Provincia all’interno della pagina “Quartieri”, riguarda la storica società di pallavolo di Bizzozero: la “Rosa Grigia”. Valeria Deste nel suo articolo riporta la lettera di Domenico Rizzi, bizzozerese e presidente da 25 anni della società che attualmente vanta 80 atlete iscritte, nella quale declina l’invito del Coni a partecipare ad una manifestazione sportiva prevista nel prossimo settembre in Varese per protestare contro la mancanza di contributi (sia economici, sia in termine di utilizzo delle strutture di Bizzozero) da parte delle istituzioni, in particolare del Comune di Varese.

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