Card. Angelo Bagnasco,
Eminenza, mi chiamo Monica Braga e sono una delle trecentomila persone che sabato 10 maggio 2014 erano in Piazza San Pietro.
“Guardiamo all’appuntamento del 10 maggio 2014 prossimo in Piazza San Pietro con il Papa. Davanti a Lui e con
Lui, riaffermeremo l’urgenza del compito educativo; la sacrosanta libertà dei genitori nell’educare i figli; il grave dovere della società – a tutti i livelli e forme – di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi; il diritto a una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte; irrinunciabile e il sostegno concreto alla scuola cattolica.
Essa è un patrimonio storico e plurale del nostro Paese, offre un servizio pubblico seppure in mezzo a grandi difficoltà e a prezzo di sacrifici imposti dall’ingiustizia degli uomini: ingiustizia che i responsabili fanno finta di non vedere pur sapendo – tra l’altro – l’enorme risparmio che lo Stato accantona ogni anno grazie a questa peculiare presenza”.
Con queste Sue parole nel cuore e con questa attesa sono venuta a Roma sabato 10 maggio. E quando Lei ha indirizzato il suo saluto al Santo Padre mi sono sentita confortata nella mia decisione di affrontare un viaggio faticoso, in tutti i sensi, fisico (sveglia alle ore 3.30) ed economico pur di essere presente in questa giornata storica. Mi si è allargato il cuore, sentendo le Sue parole. Vere, profonde e da me pienamente condivise.
Poi è iniziato lo show… e improvvisamente mi sembrava di essere in un sogno… un brutto sogno!
Come è possibile parlare di bellezza, dirci che dobbiamo “insegnare a percepire la bellezza, a fare autentiche esperienze estetiche, di quelle che lasciano il segno rivelandoci il senso della nostra vita” e nel contempo “propinarci” uno spettacolo, e sottolineo la parola spettacolo, con testimonial e artisti improbabili per non dire imbarazzanti, al di là delle singole performance? Abbiamo veramente bisogno degli attori delle fiction televisive, dei cantanti, dei comici per rendere credibile e accettabile quello che vogliamo comunicare?
Mi è sembrato uno spettacolo gestito coi criteri del mondo, per piacere almondo.A me certamente non è piaciuto,nnon sono tornata a casa arricchita ma delusa.Lo spettacolo, invece di accrescere l’attesa per le parole del Santo Padre, ha esasperato l’arrabbiatura e la delusione; il Papa, invece di essere il centro dell’incontro, è stato relegato come ultimo pezzo di uno spettacolo esasperante, tanto che le Sue parole non hanno avuto, purtroppo per me, l’impatto che avrei voluto e che attendevo.
Ero pronta per riaffermare tutti assieme – ed eravamo in tanti – quanto da Lei affermato al Consiglio della Cei e poi davanti al Santo Padre, ma mi attendevo un modo più intelligente, efficace ed incisivo di quanto in realtà è stato fatto.
Le chiedo di aiutarmi a capire come sia potuto accadere ciò in un momento storico così importante e delicato per la nostra Scuola Italiana (la questione delle linee guida “Educare alla Diversità a Scuola” è solo l’ultima goccia).
Io so che il Bello, il Vero, il Buono, come Lei e il Santo Padre ci avete ricordato, sono possibili veramente solo nell’esperienza di Cristo e della Sua Chiesa, Sua e nostra famiglia. Voglio che i miei figli possano fare questa esperienza educativa anche nella Scuola.
Mi aiuti a capire come possiamo insieme riaffermare e far valere quanto ci sta a cuore: l’educazione dei nostri figli, la libertà di poter scegliere come educare i nostri figli senza essere penalizzati dallo Stato per le nostre scelte.
Mi aiuti, e aiuti tutti noi Cristiani impegnati nella Scuola ad essere di aiuto e di speranza per tutta la Scuola e la Società Italiana.
Certa della Sua paterna benevolenza e di una più che attesa risposta, Le chiedo di perdonarmi per la mia aperta sincerità di figlia.

Monica Braga