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Foto B.NET: Una vecchia foto d'archivio della Marconi
La polemica sulla mancata benedizione natalizia si allarga, ma "secondo la legge gli atti di culto devono essere celebrati fuori dagli orari scolastici".
CONSIGLIO D'ISTITUTO
Diverse sono state le argomentazioni portate a difesa della benedizione a scuola, alcuni hanno osservato che il divieto sarebbe partito dalla dirigente senza aver preventivamente sentito e coinvolto il Consiglio d'Istituto.
DIFESA DELLA TRADIZIONE
In molti invece hanno posto l'accento sull'aspetto tradizionale rivestito dal momento della benedizione, momento tradizionale da preservare al pari del presepe o dell'albero di Natale.
ALTRI CREDO RELIGIOSI
Diversi interventi invece hanno messo in dubbio l'utlità di un tale divieto al fine di rispettare i bambini non cattolici, bambini per i quali si è prospettata la possibilità di un momento alternativo come accade durante l'ora di religione, arrivando sino alla proposta avanzata da Pino Terziroli di favorire momenti analoghi da parte dei ministri del culto delle altre fedi.
TUTELA DELLA MAGGIORANZA
Ma l'argomentazione più condivisa ha lamentato che con questo divieto si danneggia la maggioranza dei bambini e delle famiglie che la benedizione la vogliono o comunque la gradiscono.
ATTACCO LAICISTA
Più radicale infine l'accusa di laicismo anticristiano ed anticattolico che si celerebbe dietro l'iniziativa, come paventato anche dal parroco di Bizzozero nelle S. Messe di domenica.
LA POSIZIONE DELLA PRESIDE
Nell'occhio del ciclone inevitabilmente è finita la preside che indirittamente ha risposto qualche giorno fa alle obiezioni che le vengono ora mosse attraverso le pagine di Prealpina e La Repubblica, a cui ha dichiarato:
"Secondo la legge gli atti di culto devono essere celebrati fuori dagli orari scolastici"
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LA LEGGE
Ma cosa dice esattamente la legge ? Per tentare di comprendere meglio la situazione abbiamo ricercato la norma che disciplinerebbe la questione, che è il Decreto Legislativo numero 297 del 16 aprile 1994, che all'articolo 311, paragrafo terzo, recita:
"... ogni eventuale pratica religiosa, nelle classi in cui sono presenti alunni che hanno dichiarato di non avvalersene, non abbiano luogo in occasione dell’insegnamento di altre materie ... "
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Una formulazione tal volta considerata ambigua, tanto che diversi TAR si sono dovuti esprimere in merito in diverse occasioni, a partire dalla sentenza 250/93 del TAR dell'Emilia Romagna che arriva a scrivere:
"... Al di là però dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole dello Stato, non è consentito andare: pertanto, ogni altra attività, squisitamente religiosa (atti di culto, celebrazioni) non è prevista e non è consentita nelle aule scolastiche e meno ancora in orario di lezione e in luogo dell’insegnamento delle materie di programma. ..."
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TRADIZIONE E CULTO
Sul piano legislativo quindi la questione sembra spostarsi sulla distinzione tra "atti tradizionali" e "atti di culto"; se la benedizione natalizia potesse considerarsi un "atto tradizionale" essa dovrebbe potersi ammettere al pari del presepe, dell'albero di Natale o del Crocefisso appeso nelle aule delle nostre scuole, se invece la benedizione dovesse essere considerata un "atto di culto" (come ha fatto la dirigente dell'Istituto Comprensivo Varese 4 che ha dichiarato: "La benedizione è un atto di culto e non un semplice saluto"), essa dovrebbe essere vietata durante gli orari di lezione e forse anche in quelli extrascolatici.
UNA NOTA CURIOSA
Non solo legge però, infatti la preside ha dovuto anche fare una precisazione di non poco conto:
"Ribadisco che non ho vietato nulla, non avendo ricevuto nessuna richiesta, che sono sempre aperta al dialogo, senza strumentalizzazioni e nel rispetto di tutti, oltre che delle procedure previste".
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LA POSIZIONE DEL CLERO LOCALE
Forse anche per questo a smorzare le polemiche ci hanno provato anche i sacerdoti della comunità pastorale Beato Carlo Gnocchi, nel cui ambito territoriale ricadono la scuola Anna Frank e la scuola Medea (la prima in cui è stata sollevata la questione), comunità in cui dovrebbe entrare anche Bizzozero fra un paio d'anni, i quali affermano per bocca del loro responsabile, don Massimiliano Terraneo, dalle colonne di Avvenire (il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana):
"Non so niente, sono fuori dalla scuola e queste mi paiono francamente polemiche inutili e dannose per tutti. Va smorzato ogni tentativo di alimentare la contrapposizione. Devono essere i genitori e chi vive nella scuola a discutere di queste cose, facendo proposte positive adeguate"
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A lui fa eco don Leonardo:
"La comunità cristiana ha i suoi appuntamenti e i suoi ritmi in preparazione al Natale. Una Messa per tutti gli studenti e le loro famiglie è già a calendario per il 3 dicembre nella chiesa di Santa Teresa di Gesù Bambino, proprio di fianco alla scuola Medea" e dell'Anna Frank.
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UN BERSAGLIO SBAGLIATO ?
Concludiamo con un contributo di un lettore che si firma RC:
Egregio direttore, Ma a parte l'ironia temo che chi davvero desideri che si possa impartire la Santa Benedizione natalizia anche nelle nostre scuole, non debba prendersela con la preside che si limita a fare il suo dovere nel far rispettare delle leggi che lei certo non ha scritto, ma dovrebbe prendersela con i nostri legislatori che una volta di più dimostrano la loro lontananza dal sentire popolare. Secondo me l'unica vera azione possibile è una raccolta di firme, ma da inviare al parlamento o al Presidente della Repubblica. Cordiali saluti R. C.
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RASSEGNA STAMPA SELEZIONATA
Come accennato sono ormai moltissimi i giornali, ma anche le tv nazionali che si sono o si stanno occupando della vicenda, dalla Rai, al Corriere della Sera, a tanti altri, segnaliamo però tre artticoli consultabili anche on line che riportano i contributi più originali e utili: La Prealpina; La Repubblica; Avvenire
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