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LA PAROLA IN MEZZO A NOI
II Domenica dopo la dedicazione del Duomo di Milano Mt 13, 47 – 52
«47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Il tema di questa domenica è la “partecipazione delle genti alla salvezza” e l’immagine della rete gettata nel mare, in questa parabola che conclude il cap. 13 del Vangelo di Matteo, ci dice proprio che non ci sono limitazioni da parte di Dio nell’andare a ricercare proprio tutti: come una rete a strascico – possiamo immaginare questa rete che prende tutto quello che c’è, tutto quello che trova, tant’è che questa rete raccoglie ogni genere di pesci, come dire che raccoglie proprio tutto, tutto quello che c’è – così Dio non fa una selezione prima, ma raccoglie con generosità tutti. In questo noi già vediamo che il modo di fare di Dio è diverso dal nostro, perché noi, invece, facciamo una selezione prima, perché ci muovono i nostri preconcetti ed i nostri pregiudizi, le nostre simpatie e le nostre antipatie; così, quando noi incontriamo una persona, magari prima ancora di averci parlato insieme, in qualche misura succede che ci viene da pensare che questi è una persona simpatica o antipatica oppure con questi ho piacere di incontrarmi e con quell’altro, invece, no. Ciò avviene, magari, ancor prima di ascoltarli, prima di sapere chi è e che cosa ha da dire. Quindi noi dobbiamo un po’ fare i conti con questa realtà che non è quasi inevitabile, non possiamo farne a meno! Chi dice che non ha pregiudizi in qualche modo si sta quasi giustificando. In realtà noi dobbiamo fare i conti con questo nostro limite e dobbiamo cercare di superarlo, per poter conoscere le cose e le persone per come sono davvero - per quanto questo sia possibile – ma con la libertà di accoglierli per quello che sono. Dobbiamo fare una purificazione del cuore! Dio, invece, con grande libertà di cuore e con grande generosità prende tutto e tutti! Prendere nella rete non è, evidentemente, come per i pescatori un “prendere dall’acqua i pesci per farli morire” ma è – secondo l’immagine di Gesù “vi farò pescatori di uomini” – un togliere gli uomini da quel mare che rappresenta la morte per portarli alla vita. Quindi prendere tutti vuol dire non farli prigionieri ma liberarli; non legarli ma slegarli; non togliergli la libertà ma donargliela: la libertà dal male. Questa grande generosità di Dio, libera da ogni pregiudizio ci colpisce e ci fa riflettere e ci stimola a chiedergli di poter essere almeno un poco come Lui, almeno un po’ più liberi dai pregiudizi, come lo è Lui, un po’ più generosi nell’accogliere gli altri, come fa Lui! Poi la parabola prosegue dicendo che quando questa rete è piena i pescatori, a quel punto, devono fare delle scelte. Che cosa si dice? Che “si mettono pesci buoni nei canestri e che vengono buttati via i cattivi”; ma il termine che qui si usa non ha un valore morale. Esprimiamo meglio allora questo concetto: si parla di “pesci freschi” e di “pesci non freschi, marci, già corrotti, decomposti” perché, tirando su tutto, hanno tirato su anche quello che c’era sul fondo del lago. Allora i pescatori mettono da una parte quelli vivi, pieni di vita, e dall’altra quelli che non hanno più vita. Ecco, questo rappresenta la legge del giudizio: Dio constata, nel momento del giudizio, che chi ha vissuto bene la sua vita, l’ha vissuta in pienezza e questo vivere bene gli ha dato vita, vitalità! Invece chi ha scelto la strada del male, per ciò stesso, si è procurato la morte, perché il male lo ha fatto morire dentro, gli ha tolto la vita, gli ha succhiato la vita. Dio è colui che cerca gli uomini per riempirli di vita, per dargli una pienezza di vita e poi non si ferma, va e ne cerca altri perché vuole raggiungere tutti per dare a tutti questa vita! Invece, dall’altra parte, il male fa l’opposto: cerca gli uomini perché, portandoli sulla strada del male, succhia loro la vita e poi va a cercare altri per compiere la stessa opera. Allora il giudizio che cosa è? Una constatazione di quali sono le scelte che la persona ha fatto, ma il giudizio non sarà qualcosa di diverso dal frutto delle nostre scelte: quel giorno saremo quello che oggi abbiamo deciso di essere. Se oggi noi abbiamo accolto in noi la vita che viene per Dio oppure abbiamo accolto le tentazioni e le seduzioni che vengono dal male, quello noi raccoglieremo! Un domani noi raccoglieremo, dice la parabola del seminatore, a seconda di quello che oggi abbiamo seminato. Quante volta la parabola del seme ci ha aiutato a capire questo! Se oggi io semino una semenza buona sul terreno buono, allora mi attendo domani buoni frutti, ma se oggi io non semino o semino su un terreno cattivo, che cosa mi aspetterò per domani? Questa parabola ci invita a pensare oggi alle conseguenze delle scelte che raccoglieremo domani, ma che già oggi sono seminate! E’ un invito a non fare della vita una speranza del tipo “domani vinco alla lotteria”, una speranza che domani, per una misteriosa ragione, io troverò qualcosa di buono nella mia vita: Semina oggi! Vivi bene oggi! Perché domani noi non sappiamo come sarà la vita, ma sappiamo che raccoglieremo quello che oggi abbiamo seminato! Gesù ci dice di non aspettare di fare questa scoperta domani. Ecco perché sono gli angeli che devono compiere questo: ci vuole la purezza di un angelo per compiere questa separazione, cioè il saper riconoscere i pesci vivi da quelli morti! Ci vuole un cuore puro per vedere bene, sennò uno vede male. Lasciamo che siano gli angeli a riconoscere. Gli angeli cioè Dio: nel linguaggio biblico, infatti, gli angeli fanno quello che Dio dice, gli angeli pensano ciò che Dio pensa, gli angeli operano ciò che Dio vuole, l’angelo è l’espressione diretta di Dio, ciò che dice l’angelo lo dice Dio, ciò che fa l’angelo lo fa Dio. Allora lasciamo a Dio di guardare e conoscere l’uomo, perché la nostra conoscenza del cuore delle persone è sempre imperfetta, compreso il nostro. Solo Dio ha il cuore così puro per poter vedere nella luce, nella chiarezza il cuore dell’uomo. Gesù continua: “Avete compreso tutte queste cose?” Gli apostoli sono coraggiosi e rispondono di “sì”. Quante volte Gesù dovrà smentire e mostrare che in realtà avevano capito poco o nulla. Però sono anche onesti nel dire “sì”, qualcosa abbiamo capito, poi magari domani capiremo che c’era ancora qualcos’altro che dovevamo capire, ma le parole che ci hai detto oggi ci hanno illuminato, ci hanno fatto vedere qualcosa che non avevamo visto prima. Allora ecco la conclusione di Gesù: ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli – lo scriba è colui che, a differenza della maggior parte delle persone, sapevano leggere e scrivere, laddove gli altri potevano solo ascoltare – è simile a quel padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche: Prima le nuove! Perché chi ha capito questa parola - riferendosi all’esempio del regno dei cieli come quella rete che pesca tutto e per cui Gesù chiede: l’avete capita? – allora può capire anche questa! Prima bisogna guardare al nuovo, al presente, alla realtà per quella che è adesso e, a partire da questa, noi possiamo ripensare al passato. Prima bisogna chiedersi: Ma come funzionano le cose adesso? Qual è la realtà delle cose adesso? Quali sono le persone che incontro adesso nella mia vita? Tutto questo mi aiuta a ripensare a tutte le persone, a tutti gli incontri fatti nel mio passato, a tutte le cose che ho conosciuto nel mio passato, ma a ripensarle a partire dal nuovo, da adesso! Anche qui, vedete, Gesù dice: Se avete capito quello che ho detto prima potete capire anche questo! Anche in questo Gesù ci dice che le cose sono un po’ diverse da come sembrano! Noi tendiamo a dire: “Una volta era così e faccio fatica, adesso, ad abituarmi al nuovo! Una volta si faceva così! Non capisco perché, adesso, si fa in quest’altro modo!” Gesù, invece, ha proprio una modalità contraria; come quando uno incontra una persona e gli vede fare una cosa che non si aspetta da quella persona lì e dice: “Mah! Non mi aspettavo questa cosa, pensavo che tu fossi diverso e perché stai facendo così? Non capisco: è una cosa nuova quella che stai facendo!” Gesù, invece, fa al contrario e dice: “Se tu fai così, se tu mi dici questo, forse io comprendo che non ti conoscevo abbastanza. Quindi quello che tu fai e quello che tu mi dici mi fa capire che devo ripensare all’idea che mi ero fatto su di te nel passato; forse tu non sei proprio la persona che io avevo immaginato!” A partire da quello che dici e fai, adesso: Gesù parte sempre da qui! Questo mi aiuta – secondo il modo di fare di Gesù – a conoscerti meglio, forse meglio di quell’idea su di te che io mi ero fatto. Il nuovo, il presente, l’oggi! Gesù ci dice: La Parola di Dio ti aiuta ad aprire gli occhi sulla realtà così com’è adesso, davanti ai tuoi occhi e a partire da qui, dal lasciarsi incontrare dalla realtà, dal lasciarsi provocare dalla realtà. Questo è importante per realizzare quello che si è detto al principio: L’apertura a tutte le genti! Il fatto che Dio non ha pregiudizi, che Dio ha questa grande apertura, questa capacità di accoglienza di cui noi ci sentiamo tanto bisognosi, tantissimo. Perché Dio fa così? Perché Dio non vive nel passato ma si lascia provocare dal presente! Perché Dio non vive di pregiudizi ma vive di incontri! Noi la persona la possiamo incontrare solo se a muoverci non è il pregiudizio ma l’incontro con questa persona in questo momento, qui ed oggi, così com’è e non con le nostre paure ed i nostri pregiudizi! Il desiderio di Dio di portare l’annuncio del Vangelo, la sua vita ad ogni uomo ha la necessità di vivere di questa apertura alla novità dell’incontro con l’altro così com’è oggi, perché la salvezza di Dio non può essere solo per alcuni e non per altri; l’amore di Dio non può essere solo per questi e non per quelli. Questo, allora, scioglie i nostri pregiudizi e le nostre paure, apre il cuore, allarga la nostra capacità di comprendere la novità, lasciandoci provocare da essa senza spaventarci. Ecco il Vangelo di Dio: questa grande novità di Dio che parla al nostro cuore e lo fa diventare sempre più somigliante al suo, grande e accogliente come il suo, capace di amare come il suo che vive dello stupore e non della paura.
Don Marco Casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore
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